Il Piano di Abbattimento e l’Intervento della LAV

Nel marzo 2024, la Provincia di Asti aveva varato un “Piano straordinario e speditivo di contenimento delle popolazioni stabili di capriolo”, che prevedeva l’abbattimento di 1240 esemplari. La LAV (Lega Anti Vivisezione) si era immediatamente attivata presentando ricorso al TAR Piemonte, ottenendo per due volte la sospensione del piano e salvando così gli animali.

La Sentenza del TAR e le Reazioni

La sentenza del TAR, pur dichiarando la “sopravvenuta carenza di interesse” a causa della scadenza del piano il 31 marzo, ha di fatto ribadito l’illegittimità dell’iniziativa provinciale, condannando la Provincia di Asti a rifondere le spese legali sostenute dalla LAV. Massimo Vitturi, responsabile nazionale area animali selvatici della LAV, ha commentato la sentenza come una “pietra tombale sulle velleità animalicide della Provincia”.

Le Accuse della LAV

La LAV accusa la Provincia di Asti di aver agito in “fragoroso contrasto con le norme di tutela degli animali selvatici”, prendendo a pretesto “irrisori danni all’agricoltura” e riportando “cifre che non hanno alcun riscontro scientifico”. L’associazione considera il piano di abbattimento un vero e proprio attacco agli animali selvatici.

Contesto e Implicazioni

La questione del controllo delle popolazioni di caprioli è un tema complesso che spesso vede contrapporsi le esigenze dell’agricoltura e la tutela della fauna selvatica. I piani di abbattimento, quando vengono proposti, devono essere supportati da dati scientifici rigorosi e rispettare le normative vigenti in materia di protezione degli animali. La sentenza del TAR del Piemonte sembra sottolineare l’importanza di un approccio più equilibrato e rispettoso dell’ambiente nella gestione della fauna selvatica.

Un Equilibrio Necessario tra Agricoltura e Tutela Animale

La vicenda del piano di abbattimento dei caprioli ad Asti solleva un tema cruciale: la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze del settore agricolo e la tutela della fauna selvatica. È fondamentale che le decisioni in materia di gestione faunistica siano basate su dati scientifici solidi e che vengano valutate attentamente le alternative all’abbattimento, come misure preventive e sistemi di indennizzo per i danni causati dalla fauna selvatica. La sentenza del TAR del Piemonte rappresenta un monito a non agire in modo affrettato e a rispettare le normative a tutela degli animali.

Di veritas

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