L’allarme del giudice De Moraes
In una recente intervista alla rivista The New Yorker, il giudice della Corte suprema brasiliana, Alexandre de Moraes, ha espresso serie preoccupazioni riguardo all’uso dei social media per la propaganda e la manipolazione politica. Secondo il giudice, se Joseph Goebbels, il famigerato ministro della propaganda di Adolf Hitler, avesse avuto accesso a piattaforme come X (ex Twitter), “saremmo stati spacciati”, poiché “i nazisti avrebbero conquistato il mondo”.
Il potere di mobilitazione dei social media
De Moraes ha sottolineato come l’estrema destra abbia compreso il potenziale dei social media per mobilitare le persone senza intermediari, prendendo spunto dalle dinamiche osservate durante la primavera araba. Inizialmente, gli algoritmi sono stati sviluppati per scopi economici, con l’obiettivo di catturare l’attenzione dei consumatori. Tuttavia, si è rapidamente compreso come fosse facile reindirizzare questi strumenti verso obiettivi politici.
La strategia dell’estrema destra
Il giudice ha evidenziato come l’estrema destra cerchi di ottenere potere non opponendosi apertamente alla democrazia, una posizione che non riscuoterebbe consensi popolari, ma sostenendo che le istituzioni democratiche sono manipolate. Questa strategia, definita come un “populismo altamente strutturato e intelligente”, rappresenta una sfida complessa per le democrazie contemporanee.
Le difficoltà nel contrastare la manipolazione
De Moraes ha espresso preoccupazione per la difficoltà di contrastare efficacemente queste strategie di manipolazione, sottolineando come sia il Brasile che gli Stati Uniti non abbiano ancora sviluppato gli strumenti necessari per affrontare questa minaccia. La sua posizione è particolarmente rilevante nel contesto del processo contro l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, rinviato a giudizio per presunto tentativo di golpe, un evento che ha messo in luce le fragilità delle istituzioni democratiche di fronte alla disinformazione e alla propaganda.
Riflessioni sul potere della propaganda digitale
Le parole del giudice De Moraes sollevano interrogativi cruciali sul ruolo dei social media nella società contemporanea e sulla loro capacità di influenzare l’opinione pubblica. La facilità con cui le informazioni possono essere manipolate e diffuse su larga scala rappresenta una sfida significativa per le democrazie, che devono trovare un equilibrio tra la libertà di espressione e la necessità di proteggere le istituzioni democratiche dalla disinformazione e dalla propaganda. La consapevolezza e l’educazione all’uso critico dei media digitali sono strumenti fondamentali per contrastare la manipolazione e promuovere un dibattito pubblico informato e responsabile.
