Un esordio alla regia di Luca Zingaretti che commuove e fa riflettere

Luca Zingaretti, noto al grande pubblico per il suo ruolo ne ‘Il Commissario Montalbano’, si cimenta per la prima volta alla regia con ‘La casa degli sguardi’, un film tratto dall’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli. L’opera, presentata in anteprima alla Festa di Roma e successivamente al Bif&st, è disponibile nelle sale cinematografiche dal 10 aprile, distribuita da Lucky Red. Il film affronta temi complessi come il dolore, il lutto e la capacità di resilienza, offrendo uno sguardo intimo e profondo sulla condizione umana.

La trama: un viaggio nel dolore e nella speranza

Il film narra la storia di Marco, un ventenne tormentato dalla perdita della madre, che cerca rifugio nella droga e nell’alcool per anestetizzare il dolore. Il padre, interpretato dallo stesso Luca Zingaretti, è un autista di tram che si sente impotente di fronte alla sofferenza del figlio. Un giorno, Marco trova lavoro come addetto alle pulizie all’ospedale Bambino Gesù, dove entra in contatto con la sofferenza dei bambini malati. Questo incontro lo porterà a confrontarsi con il dolore in una prospettiva diversa, aprendo una breccia nella sua corazza e offrendogli una possibilità di redenzione. Il film esplora il rapporto tra padri e figli, la difficoltà di comunicare e la forza dell’amore incondizionato.

Gianmarco Franchini: una rivelazione nel ruolo di Marco

Gianmarco Franchini, già apprezzato in ‘Adagio’ di Stefano Sollima, offre una performance intensa e commovente nel ruolo di Marco. L’attore riesce a incarnare la fragilità, la rabbia e la sensibilità del personaggio, trasmettendo al pubblico il suo dolore e la sua lotta interiore. Franchini ha dichiarato di essersi appassionato al personaggio fin dalla lettura del libro, ma di aver temuto di non essere all’altezza della sfida. La sua interpretazione è stata elogiata dalla critica e dal pubblico, confermando il suo talento e la sua versatilità.

Zingaretti: ‘Il dolore è un ingrediente necessario per la felicità’

Luca Zingaretti ha spiegato che il film non vuole rappresentare il dolore in termini negativi, ma come un elemento fondamentale per apprezzare la felicità. L’attore e regista ha sottolineato come dolore e gioia siano fatti della stessa materia e come la poesia e la bellezza possano avere un potere salvifico. Zingaretti ha inoltre espresso la sua preoccupazione per il disagio dei giovani d’oggi, che vivono in un mondo in rapido cambiamento e che devono affrontare sfide sempre nuove, come l’intelligenza artificiale.

Il legame con la poesia e l’opera letteraria di Daniele Mencarelli

Il film è tratto dal romanzo ‘La casa degli sguardi’ di Daniele Mencarelli, autore noto per la sua capacità di affrontare temi difficili con delicatezza e profondità. L’educazione al dolore è un tema ricorrente nelle opere di Mencarelli, tra cui ‘Tutto chiede salvezza’ (da cui è stata tratta una serie Netflix) e ‘Fame d’aria’. La poesia, a cui si dedica il personaggio di Marco, rappresenta una via di fuga dal dolore e una forma di espressione della sua interiorità. Zingaretti ha dichiarato di credere fermamente che la bellezza salverà il mondo, soprattutto in un’epoca segnata da emergenze come il cambiamento climatico e il fenomeno migratorio.

Un film necessario per riflettere sulla condizione umana

‘La casa degli sguardi’ è un film che invita alla riflessione sulla condizione umana, sulla fragilità e sulla forza che risiede in ognuno di noi. Un’opera toccante e commovente, che ci ricorda l’importanza di affrontare il dolore insieme agli altri e di trovare nella bellezza e nella poesia una fonte di speranza e di salvezza.

Di euterpe

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