Un decreto contestato nel merito e nel metodo
Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha dichiarato che il partito depositerà immediatamente la richiesta di referendum abrogativo contro il Decreto Legge Sicurezza. Secondo Magi, il decreto è “certamente incostituzionale per la palese mancanza dei requisiti di necessità e urgenza”. L’esponente politico ha inoltre criticato l’intervento per decreto legge in materia penale, definendolo un esempio di “populismo penale che non ha precedenti per ampiezza e portata ottusamente e irragionevolmente repressiva”.
Le criticità del DL Sicurezza secondo +Europa
Magi ha elencato una serie di misure contenute nel decreto che, a suo avviso, presentano gravi criticità. Tra queste, ha citato le norme riguardanti le madri detenute con i propri figli, le “aggravanti strampalate”, il blocco stradale, la sanzione penale per resistenza passiva e il divieto sulla cannabis light. Secondo Magi, il decreto rappresenta un “colpo letale al ruolo e alla dignità del Parlamento”, che per mesi ha discusso un disegno di legge che il governo ha poi sostanzialmente copiato nel decreto.
Appello al Parlamento e al Presidente della Repubblica
Il segretario di +Europa ha espresso fiducia in un “sussulto di intransigenza del Parlamento” e ha auspicato che il Presidente della Repubblica segnali all’esecutivo le “enormi criticità” del decreto, sia nel merito che nel metodo, sotto il profilo delle garanzie costituzionali. Nonostante ciò, Magi ha ribadito che il partito è pronto a depositare nei prossimi giorni la richiesta di referendum abrogativo in Cassazione.
Le reazioni politiche e sociali
L’annuncio di +Europa ha suscitato diverse reazioni nel panorama politico e sociale italiano. Altre forze di opposizione hanno espresso sostegno all’iniziativa referendaria, mentre esponenti della maggioranza hanno difeso il decreto, sottolineando la sua importanza per la sicurezza del Paese. Diverse associazioni e organizzazioni della società civile hanno manifestato preoccupazione per le misure contenute nel decreto, ritenendole lesive dei diritti civili e delle libertà individuali.
Il percorso del referendum abrogativo
La richiesta di referendum abrogativo dovrà essere depositata in Cassazione e, successivamente, dovrà essere vagliata dalla Corte Costituzionale per verificarne l’ammissibilità. Se la Corte Costituzionale darà il via libera, si procederà alla raccolta delle firme necessarie per indire il referendum. Qualora il numero di firme raccolte sia sufficiente, si terrà la consultazione popolare, in cui i cittadini saranno chiamati a esprimersi sull’abrogazione o meno del Decreto Legge Sicurezza.
Un dibattito acceso sulla sicurezza e i diritti
L’iniziativa di +Europa riapre il dibattito sulla sicurezza e sui diritti civili in Italia. Il Decreto Legge Sicurezza, già al centro di polemiche, si trova ora a dover affrontare la sfida del referendum abrogativo. Sarà interessante osservare come si svilupperà la discussione pubblica e come si posizioneranno le diverse forze politiche e sociali in vista della possibile consultazione popolare.
