
La fragilità di un campione: le confessioni di Sinner
Mentre il mondo del tennis guarda ai Masters 1000 di Montecarlo e alle finali di Bucarest e Marrakech con Cobolli e Darderi protagonisti, Jannik Sinner si concede un momento di riflessione. In una sincera intervista a Sky, l’altoatesino ha parlato apertamente delle sue emozioni dopo la sospensione concordata con la Wada per il caso Clostebol, mostrando un lato inedito di sé.
“Ero molto fragile dopo quello che è successo”, ha ammesso Sinner, rivelando le inattese reazioni interiori che lo hanno colpito. “Vi direi una bugia. Risulterei una persona senza sentimenti ed emozioni, senza niente”. Per la prima volta, l’atleta noto per la sua freddezza e concentrazione sul tennis ha messo da parte la maschera, aprendosi al pubblico e condividendo le sue vulnerabilità.
Il tennis in secondo piano: prima viene l’uomo
La squalifica di Doha ha segnato un momento difficile per Sinner, che si è sentito particolarmente fragile. Tuttavia, il supporto delle persone a lui vicine è stato fondamentale per superare questo periodo. “Le persone che mi sono vicine mi hanno sollevato, mi hanno aiutato a capire”, ha detto. “Ho imparato tante cose, che forse sapevo già prima. Ad esempio, che il tennis non è la cosa più importante”.
La tenuta psicologica del campione si basa su una certezza incrollabile: la sua estraneità al doping. “Non c’é il minimo dubbio sulla verità”, ha affermato con fermezza. Questo pensiero lo ha sostenuto nei momenti più bui, aiutandolo a mantenere la lucidità e la determinazione.
Il patteggiamento con la Wada: una scelta difficile
Sinner ha raccontato i retroscena del patteggiamento con la Wada, una decisione che non lo ha convinto pienamente. “È stato molto rapido, anche se io non ero tanto d’accordo”, ha spiegato. “Alla fine si deve scegliere il male minore, anche se é un po’ ingiusto quello che sto passando. Ma poteva andare peggio, con un’ingiustizia ancora maggiore”.
Nonostante le difficoltà, Sinner ha trasformato questo periodo di lontananza dai campi in un’opportunità di crescita personale. “Ci ho messo un po’ a ritrovarmi. Però sono qui, non vedo l’ora di tornare”, ha dichiarato, mostrando il suo spirito combattivo e la sua voglia di riscatto.
Lo sguardo al futuro: Roma nel mirino
In queste settimane, Sinner ha preferito non seguire troppo da vicino il mondo del tennis. “L’ho visto veramente poco. Non sto controllando praticamente niente, tranne qualche partita che mi interessa”, ha ammesso. Ora, con il cambio di superficie in vista, il suo focus è rivolto al futuro.
“Si riparte da Montecarlo, sulla terra battuta”, ha detto. “Carlos Alcaraz è il favorito, stessa cosa per Sasha Zverev perché poteva diventare numero uno giocando benissimo un po’ di tempo fa al Roland Garros. Sono tante cose, quindi vediamo”. Ma l’appuntamento più atteso è senza dubbio il torneo di Roma ad inizio maggio, dove i tifosi italiani lo aspettano con entusiasmo. “Ragazzi non manca così tanto, quindi piano piano, giorno dopo giorno speriamo di prepararci bene e ci vediamo a Roma”, ha concluso con un sorriso.
Azzurri in evidenza: Darderi e Cobolli in finale
Mentre Sinner si prepara al rientro, altri azzurri si stanno facendo valere sulla terra rossa. Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini guidano la pattuglia, ma alle loro spalle si stanno mettendo in mostra giovani talenti come Luciano Darderi e Flavio Cobolli.
Darderi si è qualificato per la finale al torneo Atp 250 di Marrakech, battendo lo spagnolo Roberto Carballes Baena. In finale affronterà uno tra l’olandese Tallon Griekspoor ed il polacco Kamil Majchrzak. Cobolli, invece, ha raggiunto la finale a Bucarest, superando il bosniaco Damir Dzumhur. Il suo avversario sarà l’argentino Sebastian Baez, numero 36 della classifica mondiale.
Un campione si mette a nudo
L’intervista di Jannik Sinner rappresenta un momento significativo nella sua carriera. La sua apertura emotiva, la sua onestà nel raccontare le difficoltà incontrate dopo la squalifica, lo rendono ancora più umano e vicino ai suoi tifosi. La sua determinazione nel superare questo momento difficile e nel tornare a competere ai massimi livelli è un esempio di resilienza e di forza interiore. La sua storia, unita ai successi di Darderi e Cobolli, dimostra la vitalità del tennis italiano e la presenza di giovani talenti pronti a raccogliere l’eredità dei campioni del passato.