
Le indagini si concentrano sul software di rilevamento
Le indagini sui presunti sorvoli di droni di fabbricazione russa sul Centro di ricerca comune della Commissione europea ad Ispra (Varese) entrano nel vivo. Il primo passo cruciale per gli investigatori è l’analisi del software collegato al captatore che ha registrato le frequenze riconducibili ai sei sorvoli avvenuti in cinque giorni. L’obiettivo è mettere le mani sul software, potenzialmente basato anche all’estero, per esaminare i dati contenuti e comprendere come sono stati elaborati.
Collaborazione con l’Aeronautica Militare e verifiche sui sorvoli
Le operazioni tecniche sono condotte dai carabinieri del Ros, coordinati dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Alessandro Gobbis. La collaborazione dell’Aeronautica militare sarà fondamentale per individuare anche velivoli che viaggiano a quote basse, come i droni, confermando l’effettivo transito sul centro di ricerca. Nel frattempo, si stanno verificando eventuali altri sorvoli nella “no-fly zone” di 5 km quadrati, che include anche gli stabilimenti della Leonardo.
Ipotesi di spionaggio filorusso
Una delle piste investigative principali rimane quella di una presunta operazione di spionaggio condotta da una “mano filorussa”. Tuttavia, prima di trarre conclusioni affrettate, è necessario ottenere riscontri concreti sui sorvoli e accertare la loro natura. Le indagini sono in corso per fare piena luce sulla vicenda e individuare eventuali responsabili.
Considerazioni sulla vicenda dei presunti sorvoli di droni a Ispra
La vicenda dei presunti sorvoli di droni a Ispra solleva interrogativi importanti sulla sicurezza dei centri di ricerca strategici e sulla vulnerabilità delle infrastrutture sensibili. L’ipotesi di spionaggio filorusso, se confermata, rappresenterebbe un grave atto di ingerenza e una minaccia alla sicurezza nazionale. È fondamentale che le indagini facciano piena luce sulla vicenda e che vengano adottate misure adeguate per prevenire futuri episodi simili.