Un’installazione choc al Museo di Storia Naturale di Milano
Il Museo di Storia Naturale di Milano ha ospitato la prima mondiale di ‘Breathtaking’, un’installazione ideata e realizzata dal fotografo Fabrizio Ferri. L’opera punta il dito contro l’inquinamento da plastica e microplastiche negli oceani, un problema che minaccia la salute del pianeta e dell’umanità.
L’installazione presenta una serie di ritratti di celebrità, tra cui Susan Sarandon, Helena Christensen, Misty Copeland e Willem Dafoe, raffigurate come se stessero soffocando a causa della plastica. Al centro dell’opera, una bara trasparente piena d’acqua simboleggia le conseguenze letali dell’inquinamento.
Susan Sarandon: “Non possiamo restare in silenzio”
Susan Sarandon, attrice premio Oscar e attivista da sempre impegnata in cause sociali, ha partecipato all’evento sottolineando l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema. “Gli oceani sono l’inizio dell’umanità e se scompaiono, spariamo anche noi”, ha dichiarato l’attrice.
Sarandon ha evidenziato come le nanoplastiche siano ormai presenti ovunque, persino nel latte materno e nel cibo che consumiamo quotidianamente. Ha inoltre lanciato un allarme sull’aumento esponenziale della produzione di plastica, che potrebbe passare da 500 milioni di tonnellate a 1,2 miliardi nei prossimi anni. “Tutti noi abbiamo il potere di chiedere un cambiamento, se non vogliamo finire nella bara esposta al centro della mostra”, ha concluso.
L’arte come denuncia: ‘Breathtaking’ di Fabrizio Ferri
Fabrizio Ferri, ideatore dell’installazione, ha spiegato come la sua opera voglia denunciare la “forza letale della contaminazione dei mari e degli oceani che causiamo con la plastica e le microplastiche”. L’artista sottolinea che questo inquinamento non uccide solo gli oceani, ma anche noi stessi.
Capitalismo e ambiente: la riflessione di Susan Sarandon
Durante l’evento, Susan Sarandon ha anche affrontato il tema del capitalismo e del suo impatto sull’ambiente. “È evidente che non funziona, che abbiamo bisogno di un’alternativa, di un nuovo sistema”, ha affermato l’attrice, sottolineando come la classe media stia scomparendo e i ceti inferiori lottino per la sopravvivenza. Sarandon ha riconosciuto che un cambiamento di sistema richiede tempo, ma ha ribadito l’urgenza di agire subito sui problemi ambientali.
Un impegno costante: la lotta di Susan Sarandon
Susan Sarandon è nota per il suo impegno politico e sociale. Nel 2018 è stata arrestata per aver partecipato a una marcia contro la politica di “tolleranza zero” di Donald Trump sull’immigrazione, e nel 2023 è stata criticata per le sue dichiarazioni filopalestinesi. Nonostante le intimidazioni e le polemiche, l’attrice continua a far sentire la sua voce: “Non possiamo permetterci il lusso di arrenderci, di mollare. Non significa non aver paura, ma credere che l’umanità sia più forte”.
Un grido d’allarme necessario
L’installazione ‘Breathtaking’ e l’impegno di Susan Sarandon rappresentano un importante grido d’allarme sulla gravità dell’inquinamento da plastica. È fondamentale che istituzioni, aziende e cittadini prendano coscienza di questo problema e agiscano concretamente per ridurre la produzione e l’uso di plastica, promuovendo alternative sostenibili e comportamenti responsabili. La salute del nostro pianeta e il futuro delle prossime generazioni dipendono dalle nostre azioni.
