
L’allarme del viceministro Sisto: dignità e numeri per la Polizia Penitenziaria
In occasione del 208° anniversario della fondazione del corpo della Polizia Penitenziaria, celebrato nel suggestivo Castello Svevo di Bari, il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha acceso i riflettori su una problematica cruciale per la civiltà di un Paese: la situazione delle carceri. Sisto ha sottolineato come, sebbene privare della libertà chi ha commesso errori sia un atto doveroso, è inaccettabile che a chi sconta la pena venga negata la dignità.
Il viceministro ha evidenziato un difetto di fondo che affligge la Polizia Penitenziaria: la carenza di personale. “Stiamo cercando disperatamente di aumentare le assunzioni per provare a dare a questo corpo anche i numeri”, ha dichiarato Sisto, sottolineando l’impegno del governo per rafforzare un corpo fondamentale per il sistema penitenziario.
Sisto ha inoltre posto l’accento sulla necessità di “aumentare i numeri dei giudici di sorveglianza”, figure chiave per garantire il rispetto dei diritti dei detenuti e per favorire il loro percorso di reinserimento sociale. Infine, ha individuato tre parametri fondamentali da rivitalizzare nel sistema carcerario: lavoro, salute e condizioni igienico-sanitarie, elementi imprescindibili per assicurare una detenzione dignitosa e orientata alla riabilitazione.
Sovraffollamento e abnegazione: la situazione in Puglia e Basilicata
Carlo Berdini, provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria per Puglia e Basilicata, ha confermato la gravità della situazione, denunciando una condizione di sovraffollamento nelle carceri delle due regioni. Nonostante le difficoltà, Berdini ha elogiato il personale penitenziario per la professionalità e lo spirito di abnegazione con cui affronta quotidianamente le sfide del proprio lavoro.
Il provveditore ha annunciato l’imminente immissione di nuovo personale, grazie a due concorsi nazionali per oltre cinquemila assunzioni. Questo nuovo apporto, che si aggiungerà alle circa 190 unità già arrivate in Puglia, rappresenta una boccata d’ossigeno per un sistema sotto pressione.
Turni estenuanti e vite salvate: la testimonianza dal carcere di Bari
Nicola Colucci, comandante della polizia penitenziaria del carcere di Bari, ha descritto la realtà quotidiana degli agenti, costretti a turni estenuanti a causa della carenza di organico. Oltre al lavoro di sorveglianza, Colucci ha sottolineato un aspetto spesso trascurato: l’impegno degli agenti nel prevenire i suicidi e nell’assistere i detenuti.
“Ogni vita salvata è una vittoria, il nostro lavoro è anche salvezza e compassione”, ha affermato Colucci, evidenziando la dimensione umana e spesso nascosta del lavoro penitenziario. Un lavoro che va ben oltre la semplice custodia, e che richiede sensibilità, empatia e un forte senso del dovere.
Un bilancio positivo per Valeria Piré: “Orgogliosa del lavoro svolto”
La cerimonia è stata anche l’occasione per salutare Valeria Piré, direttrice del carcere di Bari, giunta al termine del suo incarico. Piré ha espresso il suo orgoglio per la professionalità e la collaborazione dimostrata da tutto il personale del carcere, che ha permesso di affrontare con successo le numerose criticità degli ultimi anni, dal Covid alle problematiche di sicurezza.
“Siamo riusciti anche a valorizzare tante risorse presenti e ad avere una visione di futuro. E in un istituto con tutte quelle criticità non era semplice”, ha concluso Piré, lasciando un bilancio positivo del suo lavoro e un messaggio di speranza per il futuro del carcere di Bari.
Riflessioni sul sistema penitenziario: un’emergenza da affrontare
La situazione descritta a Bari evidenzia una criticità diffusa nel sistema penitenziario italiano. Il sovraffollamento, la carenza di personale e le condizioni di detenzione spesso inadeguate rappresentano una sfida urgente per la politica e per la società civile. È necessario un impegno concreto per garantire il rispetto della dignità dei detenuti, per favorire il loro reinserimento sociale e per assicurare condizioni di lavoro dignitose per la Polizia Penitenziaria, che svolge un ruolo fondamentale per la sicurezza e per la rieducazione dei condannati.