Un Paese in ginocchio dopo il terremoto
Il Myanmar è stato colpito da un devastante terremoto di magnitudo 7.7 che ha causato la distruzione di edifici, la morte di quasi 3.000 persone e il ferimento di oltre 4.600. Migliaia di persone sono rimaste senza casa, e la piena portata del disastro deve ancora essere accertata a causa delle difficoltà nelle comunicazioni. Il bilancio delle vittime è destinato a salire, mentre la popolazione sopravvissuta lotta per accedere agli aiuti umanitari.
Bombardamento di un convoglio umanitario e annuncio di cessate il fuoco
In un gesto che ha suscitato indignazione internazionale, la giunta militare al potere dal 2021 ha bombardato un convoglio di aiuti umanitari in transito da una zona controllata dai ribelli. L’attacco è stato perpetrato nonostante il convoglio avesse informato la giunta del suo percorso. Contestualmente, la giunta ha annunciato un cessate il fuoco temporaneo fino al 22 aprile, adducendo la necessità di facilitare gli sforzi di soccorso e ricostruzione. Tuttavia, l’esercito ha avvertito che avrebbe risposto a qualsiasi attacco, sabotaggio o attività che minasse la pace.
Soccorsi e aiuti internazionali
Nonostante le difficoltà, i soccorritori continuano a cercare sopravvissuti tra le macerie. Un giovane di 26 anni è stato estratto vivo dalle rovine di un hotel a Naypyidaw, cinque giorni dopo il sisma. La comunità internazionale si è mobilitata per fornire aiuti al Myanmar. La Commissione europea ha inviato un ponte aereo umanitario con 18 tonnellate di rifornimenti, tra cui assistenza all’infanzia, aiuti sanitari e igienici. Inoltre, sono stati inviati 12 esperti dai Paesi dell’Ue per operazioni di soccorso. L’Italia ha contribuito con 2 milioni di euro attraverso la Federazione Internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICROSS) per fornire aiuti immediati alle comunità colpite.
Vertice in Thailandia e partecipazione del leader della giunta
Il leader della giunta militare, Min Aung Hlaing, parteciperà a un vertice dei Paesi dell’Asia meridionale a Bangkok, dove si discuterà della risposta al terremoto. La sua presenza solleva interrogativi sulla reale volontà della giunta di collaborare agli sforzi di soccorso, considerando il bombardamento del convoglio umanitario.
Un quadro complesso e preoccupante
La situazione in Myanmar è estremamente complessa e preoccupante. Il terremoto ha aggravato una crisi umanitaria già in corso a causa del conflitto interno e della repressione da parte della giunta militare. Il bombardamento del convoglio umanitario è un atto inaccettabile che ostacola gli sforzi di soccorso e dimostra la mancanza di rispetto per il diritto internazionale umanitario. La comunità internazionale deve continuare a fornire aiuti al Myanmar e a esercitare pressioni sulla giunta militare affinché cessi le violenze e permetta l’accesso agli operatori umanitari.
