
Un nuovo approccio all’intelligenza artificiale: la relazione come chiave di lettura
Nel suo saggio ‘Conversazioni con la Macchina’, Valentina Tanni invita a superare la dicotomia tra ammirazione e timore nei confronti dell’intelligenza artificiale, proponendo una prospettiva basata sulla relazione. Il libro, edito da Tlon e disponibile dal 26 marzo, esplora come alcuni artisti, pionieri del ‘900 e contemporanei, si siano avvicinati al concetto di ‘vita artificiale’, aprendo un dialogo con le macchine e testando nuove forme di coabitazione.
L’arte come laboratorio: esempi di dialogo uomo-macchina
Tanni illustra la sua tesi attraverso esempi concreti, a partire dall’opera di Gordon Pask, artista, psicologo e ingegnere inglese che nel 1953 costruì il Musicolour, un sistema elettromeccanico capace di produrre spettacoli luminosi in risposta a stimoli sonori. Questo dispositivo non solo reagiva agli input umani, ma instaurava un vero e proprio dialogo, un botta e risposta potenzialmente infinito, dimostrando come la relazione uomo-macchina possa essere un terreno fertile per la creatività e la comprensione reciproca.
Oltre l’apprendimento: la macchina come specchio dell’umano
Mentre il dibattito attuale sull’intelligenza artificiale si concentra sull’apprendimento della macchina, Tanni sposta l’attenzione sulla capacità della macchina di agire, rispondere, dialogare e creare. Citando Antonio Caronia, l’autrice suggerisce che la macchina non è solo un ‘doppio’ che rivaleggia con l’essere umano, ma anche uno specchio attraverso cui possiamo comprendere più a fondo i nostri stessi comportamenti. In questo senso, il computer diventa uno strumento di auto-esplorazione, un catalizzatore per la riflessione sulla nostra identità e sul nostro ruolo nel mondo.
La macchina come alter ego: le molteplici identità della relazione
Nel libro, Tanni analizza come gli artisti abbiano interpretato la macchina in modi diversi, trasformandola in un alter ego, un collaboratore, una figlia, un amante, un animale selvaggio. L’artista, a sua volta, assume il ruolo di maestro, genitore, giardiniere, domatore o sciamano, a seconda del tipo di relazione che si instaura con la macchina. Questa molteplicità di identità e ruoli apre nuove prospettive sulla natura della relazione uomo-macchina e sulle sue potenzialità creative e conoscitive.
Verso una nuova forma di relazione: le macchine come ‘soggetti’
Nonostante le differenze tra le diverse esperienze artistiche analizzate, emerge un dato comune: le macchine non sono strumenti nel senso tradizionale del termine. Come sottolinea Tanni, alcuni sistemi generativi esibiscono le caratteristiche di una forma di vita, e come tali richiedono la ricerca di una forma di relazione. Questo implica un cambiamento di paradigma, in cui le macchine non sono più considerate semplici oggetti, ma possibili ‘soggetti’ con cui interagire e co-evolvere.
Un invito alla riflessione
Il saggio di Valentina Tanni offre uno spunto di riflessione importante in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando il nostro mondo. Invece di cedere a facili entusiasmi o a paure infondate, Tanni ci invita a esplorare le potenzialità della relazione uomo-macchina, aprendo nuove prospettive sulla creatività, la conoscenza e la comprensione reciproca. Un libro che stimola il pensiero e ci invita a interrogarci sul futuro che vogliamo costruire con le macchine.