
Un ponte tra mito e modernità: la riscrittura de L’Orfeo
L’8 aprile, l’Aula Absidale di Santa Lucia a Bologna si trasformerà in un palcoscenico dove il passato e il presente si incontrano. Alle ore 21, debutterà “Io la musica sono”, un’opera inedita concepita dal compositore e direttore d’orchestra romano Mario Tronco, a partire da un’idea del regista Nico Staiti. Lo spettacolo è una riscrittura in chiave contemporanea de L’Orfeo di Claudio Monteverdi, un’opera che ha segnato la storia della musica nel lontano 1607.
L’Orfeo, con il suo libretto di Alessandro Striggio, fu originariamente composto per la corte di Mantova e successivamente replicato in diverse città italiane, tra cui Bologna. Ora, grazie alla visione di Tronco, il mito di Orfeo e Euridice risuona con nuove armonie e significati, aprendosi a contaminazioni inaspettate.
Dalle aule universitarie al palcoscenico: un progetto nato a Bologna
“Io la musica sono” è un progetto che ha preso vita all’interno del Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, un luogo di fermento creativo dove la ricerca e la sperimentazione sono all’ordine del giorno. Mario Tronco, noto per la sua capacità di spaziare tra generi e linguaggi musicali diversi, ha saputo cogliere l’essenza dell’opera monteverdiana, trasformandola in qualcosa di nuovo e originale.
Lo spettacolo non si limita a una semplice riproposizione de L’Orfeo, ma ne esplora le potenzialità nascoste, attingendo al mito e alla musica barocca per creare un dialogo tra il passato e il presente. In questo modo, elementi popolari, che già riecheggiano nella composizione monteverdiana e nella sua prassi esecutiva storica, vengono amplificati e reinterpretati, dando vita a un’esperienza sonora e visiva unica.
Un laboratorio di talenti: la collaborazione con il Conservatorio di Catanzaro
Un elemento fondamentale di “Io la musica sono” è la collaborazione con i giovani musicisti del Conservatorio Ciajkovskij di Catanzaro. Tronco ha tenuto laboratori intensivi con questi talentuosi artisti, provenienti da diverse formazioni musicali, creando un’orchestra multiforme capace di affrontare la complessità della partitura monteverdiana.
Il Conservatorio di Catanzaro, noto per il suo importante dipartimento di musiche tradizionali, si è rivelato un terreno fertile per questo progetto. Monteverdi, con la sua capacità di fondere ambienti socialmente diversi e differenti elementi dei paesaggi sonori della sua epoca, è stato un eccellente punto di partenza per unire percorsi di studio apparentemente distanti.
Monteverdi: un crocevia di suoni e culture
La scelta di Monteverdi come punto di partenza per “Io la musica sono” non è casuale. Il compositore cremonese, considerato uno dei padri fondatori dell’opera lirica, ha saputo creare un linguaggio musicale innovativo, capace di esprimere le passioni umane in tutta la loro intensità.
Ne L’Orfeo, Monteverdi ha sapientemente mescolato elementi colti e popolari, creando un’opera che riflette la complessità del suo tempo. Tronco, con la sua riscrittura, non fa altro che ampliare questo orizzonte, aprendo la musica di Monteverdi a nuove interpretazioni e contaminazioni.
Un’opera che parla al presente
“Io la musica sono” è un’operazione culturale di grande valore, che permette di riscoprire un capolavoro del passato attraverso uno sguardo contemporaneo. La capacità di Mario Tronco di mescolare generi e linguaggi musicali diversi, unita al talento dei giovani musicisti del Conservatorio di Catanzaro, promette uno spettacolo emozionante e coinvolgente, capace di parlare al pubblico di oggi.