Un elogio al cinema e una critica alle serie

Durante il suo intervento al Teatro Petruzzelli di Bari, in occasione del Bif&st (Bari International Film Festival), Sergio Rubini ha espresso un appassionato elogio al cinema, contrapponendolo al fenomeno delle serie televisive. Dopo la proiezione del suo film ‘Il viaggio della sposa’, Rubini ha affermato: “Penso siano d’accordo con me o almeno tutti i fruitori di serie: un film è più impegnativo, inchioda ad una dialettica, ad un ragionamento, una serie ti tiene compagnia come un animale domestico. Insomma va salvato il linguaggio cinematografico”. Un’affermazione che sottolinea l’importanza di preservare la profondità e l’impegno che caratterizzano l’esperienza cinematografica.

Populismo, nazionalismo e l’Europa

Rubini ha poi affrontato temi di attualità politica, esprimendo preoccupazione per il crescente populismo e nazionalismo: “Tutti si stanno federando, confederando in qualche modo, ma poi ognuno pensa ai cavoli propri. È come se dei muti si impongano il compito di dialogare, dei singoli si mettano d’accordo per essere una squadra che non saranno mai”. Ha criticato l’atteggiamento contraddittorio di chi, pur dichiarandosi nemico dell’Europa, cerca accordi con essa, citando l’esempio di Donald Trump.

Finanziamenti ai film italiani e identità culturale

Un altro tema centrale dell’intervento di Rubini è stato quello dei finanziamenti ai film italiani, legati alla narrazione della storia italiana e dei suoi personaggi. Su questo punto, Rubini ha espresso un parere inaspettatamente allineato con posizioni di destra: “È un argomento molto delicato perché stranamente mi ritrovo ad essere d’accordo con la destra pur non essendo dì destra. Penso che le parole siano importanti e che si debba a volte difendere la nostra storia”. Ha sottolineato l’importanza che l’Italia sia la prima a raccontare la propria storia, citando come esempio i documentari sulla Roma imperiale e sul Rinascimento, spesso prodotti da case di produzione straniere. Tuttavia, ha precisato che questa difesa dell’identità culturale non deve sfociare in un nazionalismo esasperato.

La questione della regia straniera per storie italiane

Rubini ha espresso il suo disappunto per il fatto che la regia della serie ‘M’, tratta dal libro di Scurati, sia stata affidata a un regista inglese. Ha ipotizzato che in America difficilmente affiderebbero a un regista straniero la realizzazione di una biopic su un presidente americano, e ha concluso che sarebbe giusto che anche l’Italia difendesse la propria storia e la propria cultura in questo modo.

Un invito alla riflessione sul ruolo della cultura

L’intervento di Sergio Rubini al Bif&st è un invito alla riflessione sul ruolo della cultura, del cinema e dell’identità nazionale in un mondo globalizzato. Le sue parole, a tratti provocatorie, stimolano un dibattito necessario sulla necessità di preservare la ricchezza e la specificità della cultura italiana, senza cedere a derive nazionalistiche o populiste. La sua passione per il cinema e la sua attenzione ai temi politici e sociali lo confermano come una voce importante nel panorama culturale italiano.

Di euterpe

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