
Una Nuova Teoria sull’Origine della Vita
Un team di ricercatori italiani ha condotto una simulazione che sfida le nostre attuali conoscenze sull’origine della vita. Guidato da Savino Longo dell’Università di Bari ‘Aldo Moro’ e dell’Istituto per la Scienza e Tecnologia dei Plasmi del CNR, lo studio suggerisce che le molecole con un orientamento ‘destro’, oltre a quelle ‘sinistre’, potrebbero aver contribuito all’avvio della vita sulla Terra e su altri pianeti.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Astrobiology, indica che la vita potrebbe essere nata da proteine formate da sequenze alternate di amminoacidi L (Laevus, sinistra) e D (Dexter, destra). Questa scoperta apre scenari inediti sull’evoluzione della vita, estendendo le possibilità anche oltre il nostro pianeta.
Il Ruolo Chiave delle Proteine Eterochirali
Le proteine, fondamentali per il funzionamento della vita, sono composte da catene di amminoacidi. Questi ultimi esistono in due varianti speculari, D e L, una proprietà nota come chiralità. Finora, si pensava che la vita utilizzasse esclusivamente la forma L degli amminoacidi, un principio chiamato omochiralità.
Lo studio italiano dimostra che la vita potrebbe basarsi su proteine eterochirali, con sequenze miste di amminoacidi L e D. Questo concetto è paragonabile alle note di una composizione musicale, offrendo infinite possibilità di combinazione. Questa scoperta suggerisce l’esistenza di un’ampia varietà di strutture proteiche che, sebbene estinte sulla Terra, potrebbero essere esistite in passato, influenzate da specifiche condizioni ambientali. Un’eccezione sono le gramicidine, molecole prodotte da alcuni batteri, che rappresentano una rara traccia di questa biochimica alternativa.
Implicazioni per la Vita Extraterrestre
La ricerca ipotizza che strutture proteiche simili potrebbero essersi evolute su altri pianeti, aprendo nuove prospettive sulla diversità della vita nell’universo. Questa teoria amplia notevolmente il campo di ricerca per gli astrobiologi, suggerendo che la vita potrebbe esistere in forme che non abbiamo ancora considerato.
La scoperta di Longo e del suo team potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione dell’origine della vita, non solo sulla Terra ma anche in altri angoli dell’universo. La possibilità che le proteine eterochirali abbiano giocato un ruolo chiave apre nuove strade per la ricerca e l’esplorazione spaziale.
Riflessioni sull’Eterochiralità e il Futuro della Ricerca
La scoperta delle proteine eterochirali come possibili precursori della vita rappresenta un cambio di paradigma nella ricerca astrobiologica. Se confermata, questa teoria potrebbe riscrivere i libri di testo e guidare nuove missioni spaziali alla ricerca di forme di vita basate su biochimiche alternative. È un promemoria che l’universo è pieno di sorprese e che la vita potrebbe essere molto più versatile di quanto abbiamo mai immaginato.