
Un addio Rosso Sangue: ‘Erodiade’ come Testamento Artistico
Con i capelli tinti di un rosso fiammante, Francesca Benedetti incarna ‘Erodiade’ di Giovanni Testori, un ruolo che segna il suo addio alle scene. Questa interpretazione non è solo un personaggio, ma un riflesso della sua stessa vitalità, passione e dolore, elementi che hanno plasmato la sua carriera unica e indimenticabile. A quasi 90 anni, la Benedetti chiude un cerchio con un testo che ha segnato profondamente il suo percorso artistico.
Testori e Benedetti: Un Incontro Che Ha Toccato il Cielo
I testi di Testori hanno rappresentato per Francesca Benedetti una sfida esistenziale, un’opportunità di elevarsi artisticamente. La ‘Trilogia degli Scarrozzanti’, iniziata nel 1973 con ‘Ambleto’, seguita da ‘Macbetto’ (scritto appositamente per lei) e ‘Edipus’, ha rivoluzionato il linguaggio teatrale, offrendo una rivisitazione dei classici potente e sorprendente. Questa ‘Erodiade’, diretta da Marco Carniti, esplora i confini tra finzione e verità, eros e morte, carne e spirito, attraverso il monologo di Erodiade con la testa di Giovanni Battista.
Una Scena Intensa: Rosso, Sangue e Verità
La scena, dominata dal colore rosso, è interrotta da tonalità acide e dalle proiezioni delle teste del Battista disegnate da Testori, con bocche spalancate in un ultimo grido. Seduta su una poltrona rossa, vestita dello stesso colore del sangue, Francesca Benedetti offre un’interpretazione intensa e viscerale. Il trucco trasforma il suo viso in una maschera tragica, mentre la sua voce modula sussurri e rivelazioni, trascinando lo spettatore nel profondo del personaggio.
L’Ultimo Atto di una Grande Attrice
Nonostante la febbre alta, Francesca Benedetti ha voluto onorare il suo impegno al Teatro Vascello, salutando colleghi, amici e pubblico. La sua dedizione al teatro è tale che, al levarsi del sipario, ogni malore svanisce, lasciando spazio alla recitazione. La sua carriera, iniziata dopo aver abbandonato gli studi di Medicina, l’ha vista calcare palcoscenici di tutta Italia, lavorando con maestri come Giorgio Strehler e partecipando a progetti innovativi come le ‘Orestiadi’ di Gibellina.
Un Eredità Indelebile: Dalle Riviste ai Classici
Francesca Benedetti, nata a Urbino nel 1935, ha frequentato l’Accademia D’Arte Drammatica D’Amico, condividendo l’aula con talenti come Volonté e Missiroli. Dopo un esordio nella rivista con Dapporto e un’esperienza nella tragedia con ‘Ifigenia in Tauride’, ha co-fondato il Teatro Centouno con Proietti e Gazzolo, e la Comunità Teatrale Emilia Romagna. Tra i momenti salienti della sua carriera, spiccano ‘Il temporale’ di Strindberg e le ‘Orestiadi’ di Gibellina, simboli di rinascita culturale. Ora, stanca ma appagata, si prepara a ricevere un premio alla carriera al Festival di Borgio Verezzi, lasciando un’impronta indelebile nel teatro italiano.
Un Addio che Celebra una Vita Dedicata all’Arte
L’addio alle scene di Francesca Benedetti non è solo la fine di una carriera, ma una celebrazione di una vita interamente dedicata all’arte. La sua interpretazione di ‘Erodiade’ è un testamento artistico potente, un’ultima occasione per ammirare il talento e la passione di una delle più grandi attrici italiane. La sua eredità continuerà a ispirare le future generazioni di artisti.