
Apertura del processo sul ricorso di Robinho
La plenaria della Corte Suprema del Brasile ha dato il via al processo riguardante il ricorso presentato dalla difesa di Robinho, il calciatore 41enne (nome completo Robson de Souza), con l’obiettivo di ottenere la sua scarcerazione. Robinho è stato condannato in Italia per stupro e attualmente si trova in detenzione in un carcere nello stato di San Paolo.
Condanna in Italia per stupro di gruppo
L’ex attaccante della nazionale brasiliana e del Milan è stato condannato in Italia a nove anni di prigione per abuso sessuale di gruppo. L’episodio risale al 2013 e si è verificato in una discoteca di Milano. La giustizia italiana ha emesso la condanna, che ora viene scontata in Brasile a causa dell’impossibilità di estradare cittadini brasiliani.
Richiesta di sospensione della pena
I legali di Robinho chiedono la sospensione della pena che l’atleta sta scontando dal marzo 2024 nel penitenziario di Tremembé. La difesa sta tentando tutte le vie legali per ottenere la scarcerazione del loro assistito, contestando la validità della condanna italiana nel contesto giuridico brasiliano.
Precedente rigetto della richiesta di libertà
Nel novembre scorso, la Corte aveva già respinto una precedente richiesta di libertà presentata dalla difesa di Robinho. Questo nuovo ricorso rappresenta un ulteriore tentativo di contestare la detenzione e ottenere la scarcerazione dell’ex calciatore.
Motivazioni del nuovo ricorso
Nelle mozioni di chiarimento che inizieranno a essere analizzate questo venerdì, la difesa sostiene che nel 2024 i giudici hanno omesso di pronunciarsi sull’habeas corpus. L’habeas corpus è un istituto giuridico che tutela la libertà personale, e la difesa ritiene che la sua omissione costituisca una violazione dei diritti di Robinho.
Considerazioni sulla vicenda Robinho
Il caso di Robinho solleva questioni complesse riguardo alla giustizia internazionale e all’applicazione delle leggi in contesti diversi. La condanna in Italia e la successiva detenzione in Brasile evidenziano le difficoltà nel perseguire crimini commessi all’estero, soprattutto quando l’estradizione non è possibile. La decisione della Corte Suprema brasiliana avrà un impatto significativo non solo sulla vita di Robinho, ma anche sul modo in cui il Brasile gestisce i casi di condanne straniere dei suoi cittadini.