
Il PG chiede l’inammissibilità del ricorso
La Procura Generale della Cassazione ha richiesto alla corte di dichiarare inammissibile il ricorso presentato dai difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi condannati all’ergastolo per la strage di Erba. Il ricorso contestava la decisione della Corte d’Appello di Brescia, che aveva già respinto l’istanza di revisione della sentenza che li ha condannati al carcere a vita.
Le “nuove prove” definite “mere congetture”
Secondo il Procuratore Generale Giulio Monferini, le presunte “prove nuove” addotte dalla difesa non sono in grado di inficiare i pilastri fondamentali che hanno portato alla condanna di Rosa e Olindo. Questi pilastri includono le dichiarazioni del sopravvissuto, le confessioni dei coniugi e le tracce ematiche rinvenute sulla scena del crimine. Monferini ha definito le nuove prove come “mere congetture, astratte”, sottolineando la loro inconsistenza rispetto alle prove già acquisite nel processo.
I pilastri dell’accusa
Le dichiarazioni del sopravvissuto Mario Frigerio, le confessioni rese dai coniugi Bazzi e le tracce ematiche costituiscono il fulcro delle prove che hanno portato alla condanna. Questi elementi, secondo l’accusa, forniscono un quadro probatorio solido e coerente che non può essere scalfito dalle nuove argomentazioni della difesa.
Attesa per la decisione della Cassazione
La decisione della Corte di Cassazione è attesa in giornata. La sentenza avrà un impatto significativo sul caso, chiudendo, salvo colpi di scena, un capitolo giudiziario lungo e controverso. L’esito del ricorso determinerà se la condanna all’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi sarà confermata definitivamente.
Il contesto della strage di Erba
La strage di Erba, avvenuta l’11 dicembre 2006, sconvolse l’opinione pubblica per la sua efferatezza. Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini furono brutalmente uccisi nel loro appartamento. Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, fu l’unico sopravvissuto alla strage, sebbene gravemente ferito. Le indagini portarono rapidamente all’arresto di Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa delle vittime, che confessarono il delitto per poi ritrattare.
Le confessioni e le ritrattazioni
Le confessioni di Olindo Romano e Rosa Bazzi rappresentarono un elemento chiave nell’inchiesta. Tuttavia, entrambi i coniugi ritrattarono successivamente le loro dichiarazioni, sostenendo di essere innocenti e di aver confessato sotto pressione. Nonostante le ritrattazioni, le confessioni furono considerate valide e utilizzate come prova durante il processo.
Riflessioni sul caso Erba
Il caso della strage di Erba continua a sollevare interrogativi e a dividere l’opinione pubblica. La richiesta del PG di rigettare il ricorso pone un forte accento sulla solidità delle prove originarie, ma non spegne il dibattito sulla reale colpevolezza dei coniugi Bazzi. La decisione della Cassazione sarà cruciale per definire una volta per tutte una vicenda che ha segnato profondamente la cronaca italiana.