
La sentenza di primo grado e l’appello
Nel febbraio 2024, Dani Alves era stato condannato in primo grado a 4 anni e mezzo di reclusione dal Tribunale di Barcellona per violenza sessuale ai danni di una giovane donna nella discoteca Sutton di Barcellona. La Procura aveva richiesto una pena più severa, pari a nove anni, mentre la difesa della vittima aveva addirittura sollecitato una condanna a 12 anni.
Tuttavia, il Tribunale Superiore di Giustizia di Catalogna ha ora ribaltato questa decisione, accogliendo all’unanimità il ricorso presentato dalla difesa del calciatore. La sentenza di appello, resa nota oggi, evidenzia “un’insufficienza di prove” e mette in discussione “la mancanza di affidabilità” della testimonianza della presunta vittima.
I motivi dell’assoluzione
Il Tribunale Superiore di Giustizia di Catalogna ha motivato l’assoluzione di Dani Alves con la “mancanza di affidabilità” della testimonianza della vittima. Secondo la corte, “dalla prova praticata, non si può concludere che siano stati superati gli standard richiesti dalla presunzione di innocenza” per il calciatore. La sentenza sottolinea che le condanne richiedono “un canone di motivazione rafforzata” e che, nel caso specifico, la testimonianza della vittima non sarebbe “sufficiente per mantenere la condanna all’accusato”.
Inoltre, il Tribunale ha espresso disaccordo con le argomentazioni della corte di primo grado, definendole “una serie di vuoti, imprecisioni, inconsistente e contraddizioni sui fatti” nella sua valutazione giuridica e nelle conseguenze. Di conseguenza, sono state revocate le misure cautelari imposte a Dani Alves.
La detenzione preventiva e la cauzione
Dani Alves aveva trascorso 14 mesi in carcere preventivo prima del processo. Successivamente, era stato rilasciato su cauzione, dopo il pagamento di un milione di euro, in attesa della sentenza definitiva. Ora, con l’assoluzione in appello, l’ex calciatore è completamente libero.
Reazioni e possibili sviluppi
La notizia dell’assoluzione di Dani Alves ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, la difesa del calciatore ha espresso soddisfazione per la decisione del Tribunale Superiore di Giustizia di Catalogna. Dall’altro, è prevedibile che la presunta vittima possa presentare ricorso contro la sentenza di appello, portando il caso davanti alla Corte Suprema spagnola. Resta da vedere se la Procura deciderà di impugnare la sentenza, insistendo sulla colpevolezza dell’ex giocatore.
Un caso complesso e controverso
La vicenda di Dani Alves è un caso giudiziario complesso e controverso, che ha sollevato importanti questioni sul tema della violenza sessuale e sulla presunzione di innocenza. La sentenza di appello, che ribalta la condanna di primo grado, mette in evidenza le difficoltà nel valutare le prove in questo tipo di processi e sottolinea l’importanza di garantire un giusto processo a tutte le parti coinvolte. Indipendentemente dall’esito finale, questo caso ha acceso un faro sulla necessità di una maggiore consapevolezza e prevenzione della violenza sessuale, nonché sulla necessità di proteggere i diritti delle vittime e degli accusati.