
Un rinvio inatteso nel cuore della transizione green
Il settore automotive europeo trattiene il fiato. L’emendamento anti-multe Ue, una misura disperatamente attesa per scongiurare una potenziale crisi da 17 miliardi di euro, ha subito un rinvio inaspettato. La proposta, ideata per mitigare l’impatto dei severi target di riduzione delle emissioni di CO2, era vista come un salvagente per un comparto già provato dalla complessa transizione verso l’elettrico e dalla concorrenza cinese.
L’annuncio del rinvio ha scosso i costruttori, già alle prese con l’incertezza geopolitica e la minaccia di dazi da parte di Donald Trump. Nonostante le rassicurazioni dei funzionari Ue, che parlano di una questione di “giorni”, la preoccupazione serpeggia tra i governi nazionali, ansiosi di proteggere un settore chiave per l’economia europea.
La promessa di Ursula von der Leyen e le aspettative del settore
Appena venti giorni fa, la presidente Ursula von der Leyen aveva promesso a favore di telecamere un intervento a sostegno del settore automotive. L’impegno, preso dopo un confronto con i rappresentanti dell’industria, mirava a introdurre maggiore pragmatismo in un momento di grandi sfide. La proposta si sarebbe dovuta tradurre in una modifica al regolamento sulle emissioni di CO2, concedendo ai costruttori tre anni anziché uno per adeguarsi agli standard di conformità. Questo avrebbe evitato multe salate da 95 euro per ogni grammo di CO2 extra emesso per chilometro per ogni nuovo veicolo immatricolato.
L’approvazione dell’emendamento era prevista a stretto giro, ma il rinvio ha gettato un’ombra di incertezza sul futuro del settore. La scadenza di fine mese, pur non essendo vincolante, rappresenta un orizzonte temporale cruciale per le aziende, che necessitano di certezze per pianificare i propri investimenti e strategie.
Biocarburanti e neutralità tecnologica: le richieste dell’Italia
Il rinvio dell’emendamento apre nuovi scenari per il settore, inclusa la possibilità di considerare l’uso dei biocarburanti, una soluzione sostenuta con forza dall’Italia. Roma, insieme ad altre capitali, invoca un approccio basato sulla neutralità tecnologica, che tenga conto delle diverse opzioni disponibili per la decarbonizzazione dei trasporti. La vicepresidente Teresa Ribera ha aperto alla possibilità di utilizzare i biocarburanti in alcuni settori industriali, come il trasporto aereo e, in alcuni casi, su strada, sottolineando l’importanza di valutare costi e alternative.
Nonostante queste aperture, Bruxelles non sembra intenzionata a fare marcia indietro sull’obiettivo 2035, che prevede lo stop alla vendita di nuovi veicoli a benzina e diesel. Un traguardo ambizioso, che richiederà un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti e l’adozione di nuove norme sulla patente di guida, come quelle appena approvate dalle istituzioni Ue, che introducono la patente digitale, la tolleranza zero per la guida sotto l’effetto di droghe e alcool e regole più severe per i neopatentati.
Un equilibrio delicato tra ambizione green e realtà industriale
Il rinvio dell’emendamento anti-multe evidenzia la complessità della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. È fondamentale trovare un equilibrio tra gli obiettivi ambientali ambiziosi e la necessità di sostenere un settore industriale strategico come quello automotive. Le decisioni prese nei prossimi giorni avranno un impatto significativo sul futuro del comparto e sulla sua capacità di affrontare le sfide della transizione green e della concorrenza globale.