
Pesante sanzione per l’A.s.d. Rinascita Refugees
La Procura Federale della FIGC ha emesso una sentenza severa nei confronti dell’A.s.d. Rinascita Refugees, club calcistico salentino militante nel girone B del campionato di Promozione pugliese. La società è stata penalizzata con 18 punti di penalizzazione e una multa di 2.500 euro a seguito di accertamenti che hanno rivelato l’utilizzo di giocatori con identità false, non tesserati e privi dei necessari certificati di idoneità sportiva. Le irregolarità contestate si riferiscono alle stagioni sportive 2022-2023 (Prima Categoria) e 2023-2024 (Promozione).
Dettagli delle irregolarità: identità fittizie e squalifiche
Le indagini degli ispettori federali hanno portato alla luce che due calciatori, Mohamed Habib Daf (difensore senegalese di 31 anni) e Denis Florian Mbappè Njanga (attaccante camerunense di 25 anni), avrebbero giocato sotto falso nome, rispettivamente Abdoulie Kassama e Suwaibou Marong. A seguito di queste rivelazioni, Daf e Mbappè Njanga, attualmente tesserati con altre squadre, sono stati squalificati per un anno. Pene più severe sono state inflitte all’allenatore Hassan Baye Niang (due anni), al presidente Antonio Palma e ai dirigenti Vincenzo Domenico Nobile e Mario Valentino (un anno di inibizione), e al dirigente Adriano Petrelli (sei mesi di inibizione).
La reazione della società: ‘Stigmatizziamo i comportamenti individuali’
In una nota ufficiale, l’A.s.d. Rinascita Refugees ha espresso rammarico per la situazione, dichiarando di “stigmatizzare i comportamenti individuali che hanno determinato questa spiacevole situazione”. La società ha ribadito la propria adesione ai principi di lealtà sportiva e ha sottolineato la buona fede della dirigenza, che si dichiara all’oscuro dei fatti. Tuttavia, la società ha anche ammesso le responsabilità oggettive che le competono.
Rinascita Refugees: un progetto di inclusione nel calcio
L’A.s.d. Rinascita Refugees è nota nel panorama calcistico pugliese per il suo impegno in progetti di inclusione, accogliendo rifugiati e richiedenti asilo politico. La vicenda getta un’ombra sulla reputazione della società, che si è sempre distinta per i suoi valori sociali e sportivi. Sarà fondamentale per il club ripristinare la fiducia e dimostrare un rinnovato impegno verso la trasparenza e la correttezza.
Un duro colpo per l’immagine del calcio inclusivo
Questa vicenda rappresenta un duro colpo per l’immagine del calcio come strumento di inclusione sociale. È fondamentale che le società sportive, soprattutto quelle impegnate in progetti sociali, vigilino attentamente sul rispetto delle regole e dei principi etici, al fine di tutelare la credibilità del movimento e la fiducia dei suoi sostenitori.