
La vita in tour e l’amore per la chitarra
Zucchero si prepara per il tour Overdose d’Amore negli stadi, un’avventura che lo terrà lontano da casa fino al 2026. L’artista ha descritto il conflitto interiore che prova tra il desiderio di partire e quello di tornare, definendoli due aspetti vitali della sua esistenza. Ha poi raccontato di come, girando tanto, a volte si svegli senza sapere dove si trova, riconoscendo il luogo solo dai dettagli della camera d’albergo.
Un elemento fondamentale nella vita di Zucchero è la chitarra, che definisce un oggetto che dovrebbe essere sempre con sé. Non si tratta solo del suono, ma di una sensazione calda e avvolgente. L’artista ha confessato di amare anche le chitarre meno pregiate, quelle che “sgreciolano”, come diceva un chitarrista toscano che suonava con lui nelle balere.
La genesi dei successi e l’incontro con Solomon Burke
Zucchero ha svelato la genesi di alcuni dei suoi più grandi successi. Per colpa di chi? è nato a New Orleans, sull’argine del Mississippi, davanti alla casa di Via col vento, in un cortile pieno di galline e galli. Diavolo in me, invece, ha una storia particolare legata all’incontro con Solomon Burke. Zucchero voleva che Burke cantasse la canzone con lui, ma il cantante gospel, che era anche un vescovo, era riluttante a cantare di avere un diavolo dentro. Da qui l’idea di un duetto in cui Zucchero interpreta il ruolo del posseduto e Burke quello dell’esorcista.
Ma prima del successo, Zucchero ha dovuto sbarcare il lunario, scrivendo anche una canzone per lo Zecchino d’Oro, La foca Teresa, che però è stata scartata. L’artista ha scherzato sul fatto che, se la canzone fosse stata accettata, avrebbe potuto guadagnare qualche diritto d’autore.
L’incontro surreale con Dustin Hoffman
Tra gli incontri indimenticabili della sua carriera, Zucchero ha raccontato quello con Dustin Hoffman alla festa per il 25° anniversario di matrimonio di Sting a Lake House. L’artista si sentiva un po’ intimidito dalla presenza di tante star, tra cui Tom Hanks e Robbie Williams. A un certo punto, Hoffman si è avvicinato a Zucchero e, buttandosi in ginocchio, ha urlato “Ho bisogno d’amore per Dio!”. Zucchero ha pensato che l’attore lo stesse prendendo in giro, ma la moglie di Hoffman lo ha rassicurato dicendo che era un suo grande fan. Hoffman ha continuato a fargli il pollice in su per tutta la cena e poi è andato a trovarlo a Capri mentre registrava un disco.
Zucchero aveva dato disposizioni alla reception di non passargli telefonate, tranne quelle delle figlie. Una mattina, alle 8.30, il telefono squilla e Zucchero, spaventato, risponde. Dall’altra parte della cornetta sente una voce che dice “Mamma! Mi scappa la cacca”. Era Dustin Hoffman, in vacanza nel Golfo di Napoli con gli amici, che aveva comprato tutti i dischi di Zucchero come souvenir dell’Italia. L’attore ha anche voluto registrare una canzone con Zucchero, un brano jazz a cui l’artista non è ancora riuscito a scrivere il testo. La sera, sono andati a mangiare una pizza e Hoffman ha ballato con una signora anziana al ritmo della musica di Zucchero.
Un artista senza tempo
L’intervista a Zucchero rivela un artista autentico, capace di reinventarsi e di emozionare il pubblico con la sua musica e la sua umanità. I suoi racconti sono un viaggio nella vita di un uomo che ha saputo trasformare le proprie esperienze in arte, senza mai perdere il contatto con le proprie radici. La sua capacità di mescolare generi musicali diversi e di collaborare con artisti di fama internazionale lo rende un artista unico nel panorama musicale italiano.