
La reazione del mercato alla mossa di Vivendi
La decisione di Vivendi di ridurre la sua partecipazione in Tim ha generato un’immediata reazione positiva sul mercato azionario. Il titolo di Tim ha mostrato un rialzo, sebbene abbia rallentato la sua corsa iniziale. Questo movimento è stato interpretato come un segnale di fiducia nella futura gestione e nelle prospettive di Tim senza l’influenza di Vivendi, che in passato aveva espresso forti critiche sul piano industriale presentato dall’amministratore delegato Pietro Labriola. La vendita del 5% delle azioni da parte di Vivendi ha portato la sua quota al 18,37%, aprendo nuove dinamiche per la governance e la strategia dell’azienda. Il titolo risparmio ha capitalizzato in borsa un +2,5% a 0,33 euro.
Poste Italiane: un nuovo protagonista all’orizzonte?
L’ingresso di Poste Italiane nel capitale di Tim, con una quota del 9,8% precedentemente detenuta da Cdp, ha sollevato interrogativi sulle possibili mosse future. Gli analisti di Equita non escludono che Poste possa ulteriormente aumentare la sua partecipazione, arrivando ad acquisire fino al 15% del capitale ordinario. Questo porterebbe Poste al limite della soglia di OPA (Offerta Pubblica di Acquisto) del 25%, con un esborso stimato di circa 700 milioni di euro ai valori correnti. Un rafforzamento di Poste in Tim potrebbe fornire al gruppo una governance più solida e stabile, favorendo una maggiore chiarezza nelle decisioni strategiche.
Implicazioni per la governance e la strategia di Tim
L’uscita di Vivendi è vista come un’opportunità per Tim di acquisire maggiore flessibilità strategica e migliorare la sua governance. La presenza di Vivendi era percepita come un elemento di incertezza, data la sua posizione critica sull’esecuzione del piano industriale e il veto posto in passato sull’operazione di ottimizzazione della struttura del capitale. Con un azionista come Poste Italiane, che potrebbe avere una visione più allineata con gli interessi nazionali, Tim potrebbe beneficiare di un supporto più stabile e di una maggiore libertà di manovra nelle sue strategie di turnaround.
Analisi degli esperti e prospettive future
Gli analisti di Banca Imi hanno sottolineato che l’uscita di Vivendi era ampiamente prevista e che sarà positiva per la governance e la flessibilità strategica di Tim. Tuttavia, hanno anche notato che ci si aspettava che Vivendi vendesse la sua partecipazione a un acquirente industriale o finanziario piuttosto che sul mercato aperto. Questo potrebbe significare che ulteriori informazioni sulla transazione potrebbero emergere nei prossimi giorni. Barclays ha mantenuto un giudizio ‘overweight’ su Tim, con un target price di 0,4 euro, sottolineando le solide tendenze, la bassa leva finanziaria e le numerose opzioni positive del gruppo guidato da Pietro Labriola. Nonostante il rischio di un eccesso di azioni offerte sul mercato da Vivendi, Barclays vede qualsiasi debolezza come un’opportunità di acquisto.
Un nuovo capitolo per Tim?
La riduzione della partecipazione di Vivendi in Tim segna un potenziale punto di svolta per l’azienda. L’ingresso di Poste Italiane come azionista di riferimento potrebbe portare a una maggiore stabilità e a una visione strategica più chiara. Tuttavia, è fondamentale che la governance di Tim rimanga indipendente e focalizzata sull’interesse dell’azienda, evitando interferenze politiche o interessi particolari. Sarà interessante osservare come si evolverà la situazione nei prossimi mesi e come Tim sfrutterà questa nuova opportunità per rilanciare il suo business e creare valore per i suoi azionisti.