
Un bilancio positivo tra applausi e affetto
Stephan Lissner ha salutato il Teatro San Carlo di Napoli tra gli applausi e l’affetto del pubblico e dei lavoratori, ripercorrendo un quinquennio segnato da sfide, come l’esordio in piena pandemia di Covid-19 e la controversia legale legata al decreto sugli over 70, ma anche da importanti successi. Lissner ha sottolineato con orgoglio l’assenza di scioperi durante il suo mandato, attribuendo grande importanza al benessere dei lavoratori del teatro.
Le fragilità del San Carlo: finanziamenti e politica
Nonostante i successi, Lissner ha evidenziato le fragilità strutturali del Teatro San Carlo. In particolare, ha lamentato la disparità di finanziamenti rispetto all’importanza del teatro, aggravata da un calo dei contributi durante il suo mandato. Ha inoltre criticato la mancanza di unità tra Regione e Comune nel sostenere il teatro, sottolineando come le tensioni politiche si ripercuotano negativamente sul San Carlo. Lissner ha infine lanciato un appello alla politica affinché garantisca la stabilità e la continuità necessarie al mondo dell’arte, sottolineando l’importanza di saper dire dei no quando necessario.
L’appello alla stabilità e all’autonomia
Lissner ha concluso il suo intervento sottolineando come i privati richiedano la stabilità che le istituzioni dovrebbero garantire, un aspetto fondamentale per lo sviluppo e la crescita del teatro. Il suo addio lascia aperta una riflessione sul futuro del San Carlo e sulla necessità di un maggiore sostegno istituzionale e di una maggiore autonomia dalla politica.
Un futuro incerto per il Teatro San Carlo?
L’addio di Stephan Lissner al Teatro San Carlo solleva interrogativi sul futuro dell’istituzione. Le fragilità evidenziate, in particolare la dipendenza dalla politica e la carenza di finanziamenti, rappresentano sfide significative che dovranno essere affrontate con urgenza per garantire la continuità e l’eccellenza del teatro.