
La sentenza del Gup Agosteo: un verdetto storico
Il Tribunale di Catanzaro ha emesso una sentenza significativa nel contesto del maxiprocesso denominato Maestrale-Olimpo-Imperium, un’indagine che ha svelato le intricate dinamiche delle cosche nella provincia di Vibo Valentia. Il giudice per l’udienza preliminare (Gup) Pietro Agosteo ha pronunciato 50 condanne e 41 assoluzioni, segnando un momento cruciale nella lotta contro la criminalità organizzata in Calabria.
Assoluzioni eccellenti: Anastasi, Sabatino e La Torre
Tra le assoluzioni di rilievo figurano quelle di Pasquale Anastasi, ex dirigente del dipartimento Turismo e beni culturali della Regione Calabria, accusato di traffico di influenze illecite; dell’avvocato Francesco Sabatino, difeso dall’avvocato Enzo Gennaro, accusato di uso di atto falso per presuntivamente favorire Andrea Mantella nel 2012; e del sindacalista Gianfranco La Torre, accusato di tentata estorsione aggravata. Le richieste di condanna per questi imputati, formulate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catanzaro, erano rispettivamente di sei anni per Anastasi e La Torre, e di otto anni e nove mesi per Sabatino.
Anche Giacomo Franzoni, avvocato del foro di Vibo, è stato assolto dall’accusa di tentata estorsione aggravata, per la quale erano stati chiesti otto anni di reclusione. I boss Rocco e Tommaso Anello di Filadelfia sono stati assolti da un’accusa di estorsione, nonostante la richiesta di nove anni di reclusione.
Condanne pesanti: ergastolo per Domenico Polito
Tra le condanne più severe, spicca l’ergastolo inflitto a Domenico Polito, soprannominato “Ciota”, riconosciuto colpevole, tra l’altro, dell’omicidio di Angelo Antonio Corigliano, avvenuto a Mileto il 19 agosto 2013. L’ex presidente della Provincia di Vibo, Andrea Niglia, è stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione per truffa aggravata dalle finalità mafiose.
Pene esemplari per i vertici delle cosche
Assunto Natale Megna, considerato un elemento di spicco della ‘ndrangheta legata alla cosca Mancuso, è stato condannato a 20 anni di reclusione. La stessa pena è stata inflitta ad altri membri dei clan, come Michele Galati, Francesco La Rosa e Diego Mancuso, evidenziando la determinazione della giustizia nel colpire i vertici delle organizzazioni criminali.
Un passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata
La sentenza del maxiprocesso Maestrale rappresenta un importante passo avanti nella lotta alla ‘ndrangheta nel vibonese. Le condanne inflitte ai vertici delle cosche e ad altri affiliati dimostrano l’efficacia delle indagini e la determinazione della magistratura nel contrastare la criminalità organizzata. Allo stesso tempo, le assoluzioni di figure come Anastasi, Sabatino e La Torre sottolineano l’importanza di un processo equo e trasparente, in cui le responsabilità individuali siano accertate con rigore e nel rispetto dei diritti della difesa.