
Il racconto dei sopravvissuti: un viaggio disperato
Dieci persone sono sopravvissute all’ennesima tragedia nel Canale di Sicilia, un naufragio avvenuto a poche centinaia di metri dall’isolotto di Lampione. I superstiti, originari di Camerun, Costa d’Avorio, Mali e Guinea Konakry, hanno raccontato agli inquirenti della squadra mobile di Agrigento, assistiti da mediatori culturali e psicologi, l’orrore vissuto durante la traversata iniziata da Sfax, in Tunisia. “Non abbiamo avuto la possibilità di soccorrere nessuno di loro, anche perchè il gommone stava affondando”, hanno dichiarato, descrivendo un mare in tempesta che ha inghiottito i loro compagni di viaggio.
Secondo le testimonianze, il gruppo era composto da 56 persone. Dopo poche ore di navigazione, a causa delle condizioni meteorologiche avverse, molti sono caduti in mare. Le motovedette hanno recuperato sei cadaveri e tratto in salvo i dieci naufraghi aggrappati al gommone semi-affondato. Si stima che i dispersi siano circa quaranta, tra cui la moglie di uno dei sopravvissuti, che in lacrime ha riferito di averla vista sparire tra le onde.
Operazioni di soccorso e indagini in corso
La procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta per fare luce sulla vicenda. Le ricerche dei dispersi, coordinate dalla guardia costiera di Palermo, sono proseguite senza sosta per l’intera giornata, coinvolgendo aerei come il “Manta” della Guardia costiera e i velivoli di Frontex. Sono stati allertati anche i centri di coordinamento del soccorso marittimo di Malta e della Tunisia, affinché estendano le ricerche nelle rispettive aree Sar di competenza. Alle operazioni hanno partecipato le motovedette Cp 324 della Capitaneria e V1302 delle Fiamme gialle.
I migranti soccorsi sono stati inizialmente trasportati al Poliambulatorio di Lampedusa per accertamenti medici, per poi essere trasferiti all’hotspot. Cristina Palma, vice direttore della struttura gestita dalla Croce rossa italiana, ha assicurato che tutti sono in buone condizioni di salute e che verrà fornito loro ulteriore supporto psicologico.
Lampedusa: tra sbarchi e accoglienza
Negli ultimi giorni, Lampedusa è tornata ad essere meta di numerosi sbarchi. Solo nella giornata di ieri, si sono registrati cinque arrivi per un totale di 213 migranti. La nave ong Aurora Sar ha soccorso un altro barchino con a bordo 26 profughi di diverse nazionalità. Le presenze all’hotspot sono salite a 255, ma 179 persone sono state trasferite a Bergamo con un volo Oim.
Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, ha sottolineato come l’isola sia preparata ad affrontare queste emergenze: “Abbiamo imparato a governare il dramma e possiamo contare su una macchina rodata pronta a gestire emergenze e arrivi massicci, che da più di un anno sono in netto calo”. Mannino ha inoltre evidenziato i miglioramenti apportati all’hotspot e l’attenzione maggiore da parte del governo nei confronti di Lampedusa.
L’appello di Save the Children
Save the Children ha lanciato un appello per fermare la “strage silenziosa nel Mediterraneo”. L’organizzazione ha ricordato che dall’inizio dell’anno sono quasi 9.000 le persone arrivate via mare in Italia, di cui quasi mille minori non accompagnati, e che sono più di 31.500 le persone morte o disperse in mare dal 2014, tra cui oltre 1300 minori. “Non possiamo abituarci”, ha dichiarato Save the Children, sottolineando l’urgenza di trovare soluzioni per evitare ulteriori tragedie.
È importante notare che, a differenza delle scorse settimane, i migranti non sono partiti dalla Libia, ma dalla Tunisia. Questo dato potrebbe indicare un cambiamento nelle rotte migratorie e richiede un’analisi approfondita per comprendere le cause e le possibili implicazioni.
Una riflessione sulla tragedia
La tragedia nel Canale di Sicilia è un doloroso promemoria della disperazione che spinge migliaia di persone a rischiare la vita in mare. È fondamentale che la comunità internazionale si impegni a trovare soluzioni concrete per affrontare le cause profonde della migrazione e per garantire un’accoglienza dignitosa a chi cerca rifugio in Europa. Allo stesso tempo, è necessario intensificare gli sforzi per contrastare i trafficanti di esseri umani che sfruttano la vulnerabilità dei migranti, lucrando sulle loro speranze e sulla loro disperazione.