Sebastian Stan: da Trump all’Orso d’argento, un viaggio nell’identità e l’emarginazione con ‘A Different Man’

Un antidoto all’umorismo per affrontare temi difficili

Stan ha dichiarato: “L’umorismo funziona sempre come un antidoto per affrontare argomenti difficili e sentimenti scomodi. La sceneggiatura percorre una linea sottile tra tragedia e commedia: ci sono momenti strazianti, ma poi non si può fare a meno di trovarci dell’umorismo. Sfortunatamente, la miglior commedia nasce dal dolore”.

‘A Different Man’: un’esplorazione dell’identità e del giudizio altrui

La storia segue Edward (Stan), un aspirante attore affetto da neurofibromatosi, una malattia genetica che deforma il suo volto. La sua vita cambia quando incontra Ingrid (Renate Reinsve), una drammaturga che si trasferisce nel suo palazzo. Edward si sottopone a un’operazione che gli dona un volto nuovo, ma scopre che dietro le nuove sembianze non trova più sé stesso né la felicità.

Adam Pearson: una presenza carismatica che ruba la scena

Stan ha riflettuto sull’importanza di aver lavorato con Pearson: “La cosa più importante che ho imparato girando questo film con Adam è quello che mi ha detto sua madre: ‘Ho sempre desiderato che qualcuno si mettesse nei suoi panni, anche solo per un giorno. Penso che tu ci sia andato vicino’. Non voglio dimenticare cosa prova chi vive sentendosi sempre emarginato o giudicato”.

La trasformazione di Sebastian Stan: un’esperienza immersiva

“Il personaggio ha preso forma quando ho indossato la protesi. La portavo anche per girare per New York, e ha influenzato tutto: il mio modo di camminare, di parlare, di guardare la gente. Era come se una gravità gigantesca mi facesse implodere su me stesso”, ha spiegato Stan.

Un film che invita alla riflessione

‘A Different Man’ è un film che invita alla riflessione sull’importanza dell’accettazione di sé e degli altri, e sulla superficialità dei giudizi basati sull’aspetto fisico. Attraverso una narrazione originale e un cast di talento, il film offre uno sguardo commovente e stimolante sulle sfide che affrontano le persone con disabilità facciali, e sulla ricerca della propria identità in un mondo che spesso ci vuole omologati.