
Un viaggio nel limbo esistenziale
Valerio Mastandrea, noto attore italiano, torna dietro la macchina da presa con ‘Nonostante’, il suo secondo lungometraggio dopo ‘Ride’ (2018). Il film, presentato in apertura della sezione Orizzonti all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e in uscita nelle sale il 27 marzo distribuito da Bim, affronta un tema delicato e profondo: cosa accade nella ‘terra di mezzo’ tra la vita e la morte? Esiste una forma di esistenza in questo spazio liminale, una vita diversa ma ancora capace di amore? È in questa sottile nuvola esistenziale che si colloca ‘Nonostante’, un racconto che esplora il limbo ‘pieno di vita’ in cui si trovano alcuni pazienti in coma in un ospedale. Assenti per i loro cari, in trepida attesa di un risveglio, ma presenti e vitali tra loro, capaci di stringere legami di amicizia e amore.
Una storia di amore dissonante
Il soggetto e la sceneggiatura del film sono firmati da Enrico Audenino e dallo stesso Mastandrea, che interpreta anche uno dei protagonisti: un uomo in coma da così tanto tempo da essere geloso della sua stanza d’ospedale. È lui a parlare e scherzare con gli altri ricoverati, interpretati da Lino Musella, Laura Morante, Justin Alexander Korovkin e Dolores Fonzi. Questi ultimi sono i soli a vederlo, insieme al personaggio interpretato da Giorgio Montanini, che frequenta i comatosi cercando di risvegliarli.
Mastandrea descrive il suo personaggio come un ‘Nonostante’, una persona che, nonostante le difficoltà, è capace di accogliere un sentimento enorme. L’idea del film, spiega il regista, nasce da un’opera del poeta Angelo Maria Ripellino, che parlava della sua esperienza in sanatorio, definendosi un ‘nonostante’, sferzato dal vento ma determinato a resistere alle sofferenze della vita. ‘Nonostante’ è una storia d’amore dissonante, che racconta il coraggio necessario per affrontare i sentimenti, sia in gioventù che in età matura.
Vita e morte come simboli
Mastandrea spiega come l’ambientazione ospedaliera e la condizione del coma siano state scelte come metafore perfette per esplorare i temi della vita e della morte. I pazienti immobili nei letti rappresentano le persone ferme nella vita, mentre l’incontro con l’amore mette di fronte alla fragilità, che richiede coraggio per essere affrontata. Il film è dedicato a chi, di fronte a un sentimento forte, decide di non scappare, ma di mettersi in gioco, di tornare a vivere, anche a costo di rischiare.
L’esperienza di Laura Morante
Laura Morante racconta la sua esperienza nell’essere diretta da un attore come Mastandrea. Pur riconoscendo la maggiore sensibilità degli attori-registi nel comprendere i colleghi, l’attrice confessa di aver provato una certa timidezza nei confronti di Valerio, temendo di non soddisfare le sue aspettative.
Una dedica personale
Nei titoli di coda della versione rivisitata e ridotta del film, rispetto a quella presentata a Venezia, compare una dedica molto personale del regista alla memoria del padre, scomparso undici anni fa. Un gesto che sottolinea ulteriormente la profondità e l’intimità di un’opera che tocca temi universali come l’amore, la perdita e la resilienza.
Un’opera delicata e profonda
‘Nonostante’ si presenta come un’opera delicata e profonda, capace di affrontare temi complessi con sensibilità e originalità. Valerio Mastandrea conferma il suo talento non solo come attore, ma anche come regista, dimostrando una capacità rara di raccontare storie emozionanti e coinvolgenti. Il film invita a riflettere sulla natura della vita, sulla forza dei sentimenti e sulla necessità di affrontare le proprie fragilità con coraggio e determinazione.