
Rinvio a Giudizio per Sebastiano Visintin
Il Tribunale di Trieste ha disposto il rinvio a giudizio di Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, per il reato di diffamazione. La decisione è stata presa in seguito alla querela presentata dai vicini di casa, Gabriella Micheli e Salvatore Nasti, in merito ad alcune dichiarazioni rilasciate da Visintin in trasmissioni televisive. Secondo quanto riportato dall’avvocato Francesco Mazza, che assiste la coppia, Visintin avrebbe insinuato che i vicini si fossero introdotti nella sua abitazione, che avessero sottratto le chiavi e che fossero a conoscenza di dettagli sulla scomparsa della moglie. Il giudice ha ritenuto sussistente una ragionevole previsione di condanna e ha fissato la prima udienza per il 9 maggio.
Condanna per la Youtuber Katia Motta
Parallelamente, il Tribunale ha emesso una sentenza di condanna nei confronti della youtuber Katia Motta, anch’essa per diffamazione. Motta, durante un’intervista pubblicata sulla sua piattaforma online, aveva affermato che Gabriella Micheli fosse l’amante di Sebastiano Visintin e che avesse deliberatamente depistato le indagini sulla scomparsa di Liliana Resinovich per risentimento. Il giudice ha condannato la youtuber al pagamento di una multa di mille euro, a un risarcimento di seimila euro a favore di Gabriella Micheli e di mille euro a Salvatore Nasti, oltre al rimborso delle spese legali sostenute dalle parti lese.
Le Dichiarazioni Incriminate
Le dichiarazioni di Sebastiano Visintin che hanno portato al rinvio a giudizio sono state rilasciate in un contesto mediatico particolarmente sensibile, caratterizzato da un forte interesse pubblico per il caso della scomparsa di Liliana Resinovich. Le affermazioni, giudicate lesive dell’onore e della reputazione dei vicini, hanno riguardato presunte intrusioni nell’abitazione e una conoscenza dei fatti legati alla scomparsa della donna. Similmente, le accuse mosse dalla youtuber Katia Motta, diffuse attraverso un canale online con un potenziale vasto pubblico, hanno contribuito a diffondere informazioni false e diffamatorie, danneggiando l’immagine e la dignità di Gabriella Micheli e Salvatore Nasti.
Riflessioni sul Caso e la Responsabilità Mediatica
Questi sviluppi legali nel caso Liliana Resinovich sollevano importanti questioni sulla responsabilità delle dichiarazioni pubbliche, sia nei media tradizionali che online. La vicenda evidenzia come affermazioni infondate e diffamatorie possano avere gravi conseguenze per le persone coinvolte, sottolineando la necessità di un’informazione accurata e verificata, soprattutto in contesti di grande risonanza mediatica. La condanna della youtuber, in particolare, mette in luce il ruolo cruciale dei creatori di contenuti digitali nel garantire la veridicità delle informazioni diffuse e nel rispettare la dignità delle persone menzionate.