
L’impatto dei dazi USA-UE sulla crescita dell’Eurozona
La Banca Centrale Europea (BCE) ha espresso seria preoccupazione riguardo alle potenziali conseguenze di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea. Secondo le stime della BCE, l’imposizione di dazi del 25% da parte degli Stati Uniti sulle importazioni europee potrebbe ridurre la crescita dell’area dell’euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno. L’introduzione di contromisure da parte dell’UE porterebbe l’impatto negativo a circa mezzo punto percentuale. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha sottolineato la necessità di monitorare attentamente la situazione e di adottare un approccio prudente nella definizione delle politiche monetarie.
Bruxelles rinvia le contromisure e cerca il dialogo con Washington
In risposta alle minacce di dazi da parte degli Stati Uniti sull’acciaio e l’alluminio dell’UE, Bruxelles ha deciso di rinviare l’entrata in vigore delle contromisure europee. Questa decisione è stata presa in parte per allineare l’avvio di tutte le misure europee e per concedere più tempo a un possibile negoziato con Washington. Il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, ha dichiarato che l’esecutivo comunitario è a conoscenza dell’intenzione degli Stati Uniti di imporre dazi a partire dal 2 aprile e che solo allora i partner potranno impegnarsi in eventuali negoziati. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha sottolineato l’importanza di mantenere un approccio pragmatico e di evitare escalation, lavorando sulla diversificazione delle esportazioni con i Paesi terzi.
L’allarme dell’OCSE sul debito globale
Parallelamente alle preoccupazioni sulla guerra commerciale, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha lanciato un allarme sui livelli del debito globale. Secondo il rapporto sul debito mondiale 2025, il debito globale ha superato i 100mila miliardi di dollari nel 2024 a causa dei crescenti interessi. Tra i membri dell’OCSE, le spese per interessi hanno superato quelle per la difesa, costringendo i governi a scelte difficili sull’allocazione delle risorse limitate. L’OCSE ha sottolineato la necessità di investimenti senza precedenti per affrontare le grandi tendenze macroeconomiche, come quelle demografiche e climatiche, che saranno finanziati principalmente dal debito.
Le politiche monetarie della BCE e le previsioni di crescita dell’Eurozona
Christine Lagarde ha ribadito che la BCE non può impegnarsi in anticipo sulle politiche monetarie e che il focus rimane l’obiettivo di inflazione al 2%. L’istituto centrale seguirà un approccio dipendente dai dati, valutando la situazione economica “riunione per riunione”. Lagarde ha sottolineato che la BCE non guarda ai profitti o alle perdite nel breve periodo dei propri interventi e che sarà pronta a fare “whatever it takes” per raggiungere il suo mandato. Le previsioni di crescita dell’Eurozona sono soggette a notevole incertezza, ma al momento si prevede una crescita dello 0,9% nel 2025, dell’1,2% nel 2026 e dell’1,3% nel 2027.
L’Unione del Risparmio e degli Investimenti per sostenere la competitività dell’UE
I leader dei Paesi aderenti all’Eurozona hanno adottato una dichiarazione all’Euro Summit in cui viene sottolineata l’urgenza di un progresso rapido e decisivo su un’Unione del Risparmio e degli Investimenti. L’attenzione è rivolta all’Unione dei Mercati dei Capitali per mobilitare i risparmi e sbloccare il finanziamento degli investimenti necessari per sostenere la competitività dell’UE. Il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, ha ricordato che ogni anno 300 miliardi di euro di risparmio europeo vengono investiti negli Stati Uniti e ha auspicato un flusso più equilibrato di investimenti tra le due sponde dell’Atlantico.
Un quadro economico globale in bilico
La combinazione di minacce di guerre commerciali, livelli di debito globali in aumento e incertezze sulle politiche monetarie della BCE dipinge un quadro economico globale in bilico. Sarà fondamentale monitorare attentamente gli sviluppi futuri e adottare politiche economiche prudenti per mitigare i rischi e sostenere la crescita sostenibile.