
L’allarme di Crosetto: una “guerra” dimenticata
Durante il convegno “Strade Sicure” alla Camera, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso una forte preoccupazione per l’elevato numero di decessi causati da incidenti stradali in Italia. Crosetto ha sottolineato come il numero di giovani vite perse sulle strade superi di gran lunga quello dei soldati italiani deceduti nelle missioni internazionali negli ultimi anni. “È una strage continua, costante, non si ferma, che c’è tutte le settimane a cui ci siamo talmente abituati che non è neanche più una strage”, ha dichiarato il ministro, evidenziando una sorta di assuefazione collettiva di fronte a questa tragica realtà.
Crosetto ha inoltre criticato l’attenzione mediatica riservata agli incidenti stradali, spesso inferiore rispetto a quella dedicata ad altri eventi tragici. “Perché noi riempiamo pagine di giornale quando succede un fatto grave, quando c’è un morto, un assassinio, quando succede qualcosa a un militare e non ci sono pagine di giornali sui centinaia di ragazzi che perdono la vita come se fosse un fatto scontato?”, si è chiesto il ministro, paragonando la situazione a quella dei paesi in guerra, dove la morte diventa una triste normalità.
Nordio: il Veneto tra le regioni più colpite
Anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è intervenuto al convegno tramite un collegamento video, sottolineando la gravità del fenomeno, in particolare per quanto riguarda il settore giovanile. Nordio ha evidenziato come, nella sua regione, il Veneto, gli incidenti stradali rappresentino una delle principali cause di decesso tra i giovani. “Nel mio Veneto addirittura forse la causa principale di decessi giovanile è proprio imputabile ai sinistri”, ha affermato il ministro, precisando che il problema non è limitato al Veneto o all’Italia, ma rappresenta una sfida a livello globale.
Rampelli: costi elevatissimi per la società
Il vicepresidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli, ha fornito dati allarmanti sull’impatto economico e sociale degli incidenti stradali. Rampelli ha sottolineato come gli incidenti stradali rappresentino la prima causa di morte per bambini e giovani tra i 5 e i 29 anni. “La particolare attualità e gravità con cui si pone l’incidentalità nel solo 2022 in Italia ha comportato circa 22 miliardi di euro di costi”, ha dichiarato Rampelli, paragonando questa cifra all’intera manovra di bilancio dello Stato italiano. Il vicepresidente della Camera ha inoltre evidenziato come, nel 2023, le vittime di incidenti stradali abbiano superato le 3.000 unità, con un impatto significativo anche sul sistema sanitario.
Mulè: il rispetto delle regole come norma di civiltà
Il vice presidente della Camera dei deputati, Giorgio Mulè, ha posto l’accento sull’importanza del rispetto delle regole stradali come fondamento della convivenza civile. “Fermarsi a uno stop, dare precedenza, è la prima norma di civiltà di una comunità”, ha affermato Mulè, rivolgendosi agli studenti presenti in aula.
Coinvolgimento degli studenti e delle associazioni
Il convegno “Strade Sicure” ha visto la partecipazione attiva degli studenti di diversi licei romani e dell’associazione Aifvs, associazione italiana familiari e vittime della strada, rappresentata dalla presidente Guseppa Cassaniti Mastrojeni. La presenza degli studenti e delle associazioni testimonia l’importanza di sensibilizzare le nuove generazioni e di dare voce a chi ha subito le conseguenze tragiche degli incidenti stradali.
Una riflessione necessaria
Le parole del ministro Crosetto e gli interventi degli altri relatori al convegno “Strade Sicure” sollevano una questione cruciale: la necessità di un impegno concreto e coordinato per ridurre il numero di vittime sulle strade italiane. È fondamentale non solo aumentare i controlli e inasprire le sanzioni, ma anche investire in campagne di sensibilizzazione, educazione stradale e infrastrutture più sicure. Solo attraverso un approccio integrato e una maggiore consapevolezza collettiva sarà possibile contrastare questa “guerra” silenziosa e proteggere la vita dei nostri giovani.