
Calo della produzione di vetro nel 2024
Il settore dei contenitori in vetro ha chiuso il 2024 con una diminuzione della produzione del 3,4% rispetto all’anno precedente, secondo uno studio dell’Università di Trento commissionato da Assovetro. Questo calo ha interessato principalmente la produzione di bottiglie, che ha subito una contrazione del 5%, attestandosi a 3,6 milioni di tonnellate. Tuttavia, il settore ha visto un aumento significativo nella produzione di vasi alimentari, con un incremento del 24,5%.
Impatto delle crisi geopolitiche e incertezze economiche
Il perdurare delle crisi geopolitiche e il clima di incertezza hanno contribuito a una diminuzione dei consumi in tutta Europa, Italia compresa. Di conseguenza, anche la produzione di contenitori in vetro ha risentito di questa situazione. Il commercio estero, nel periodo gennaio-novembre 2024, ha evidenziato un trend negativo sia nell’export che nell’import di bottiglie, con cali rispettivamente del 7,8% e del 9,7%. Al contrario, l’import e l’export di vasi hanno registrato incrementi notevoli, con un +44% e un +13,8% rispettivamente, in linea con l’aumento della produzione.
Andamento della produzione europea
La produzione europea ha subito una flessione più marcata tra la prima metà del 2023 e la prima metà del 2024, con un calo dell’8% in tonnellate e del 5% in unità. Dopo una forte domanda nel 2021 e nel 2022, la produzione ha iniziato a diminuire a partire dal 2023, a causa di fattori come la guerra in Ucraina, l’impennata dei prezzi dell’energia, la diminuzione del consumo di alcol, l’eccesso di offerta e la riduzione della domanda di vetro per contenitori.
Sostenibilità e riciclo del vetro
Il vetro si distingue per il suo elevato tasso di riciclo, stimato all’81,9% nel 2024, superando nettamente materiali come il multistrato, che non raggiunge il 40%. Inoltre, il vetro presenta un consumo di acqua significativamente inferiore rispetto ad altri materiali: solo 14 litri per chilogrammo di materia prodotta, contro i 1.350 litri del multistrato e i 1.000 litri dell’alluminio.
Impronta di carbonio e consumo energetico
La produzione di vetro e multistrato presenta la minor impronta di CO2 tra i contenitori esaminati, con rispettivamente 600 grammi per chilogrammo e 1 chilogrammo per chilogrammo. Il vetro eccelle anche per il minor utilizzo di energia nel processo di riciclo, con soli 9 mega joule per chilogrammo, seguito dal multistrato con 24 mega joule per chilogrammo. Tuttavia, il vetro sconta la sua alta densità, con una bottiglia da 500ml che pesa circa 15 volte in più rispetto a una lattina di alluminio della stessa capacità.
Considerazioni sul futuro del settore
Nonostante il calo complessivo della produzione, il settore dei contenitori in vetro mostra una notevole resilienza, soprattutto nel segmento dei vasi alimentari. L’attenzione crescente alla sostenibilità e al riciclo potrebbe favorire ulteriormente il vetro rispetto ad altri materiali, a patto che si investa in tecnologie per ridurre il peso dei contenitori e ottimizzare i processi produttivi. Sarà fondamentale monitorare attentamente l’evoluzione del contesto geopolitico ed economico per affrontare le sfide future e sfruttare le opportunità che si presenteranno.