
Un ritorno atteso, ma non privo di imprevisti
Il pubblico ha applaudito calorosamente la direzione del maestro Gamba e le interpretazioni dei protagonisti: Chiara Isotton (Tosca), Francesco Meli (Cavaradossi) e Luca Salsi (Scarpia). Questi ultimi due avevano già partecipato alla prima del 2019. La regia di Livermore, ripresa da Alessandra Premoli, ha offerto una visione cinematografica dell’opera, valorizzata dalle scenografie dello studio Giò Forma, dai costumi di Gianluca Falaschi, dalle luci di Antonio Castro e dai video di D-Wok.
La regia di Livermore: Puccini anticipatore del cinema
Davide Livermore vede in Puccini un precursore del cinema, grazie al flusso continuo che il compositore toscano imprime alle sue opere. Non potendo utilizzare la ‘macchina’ da presa per zoomare sui momenti chiave, Livermore impiega la ‘macchina’ scenica per metterli in risalto. Nella chiesa di Sant’Andrea della Valle, ad esempio, i vari ambienti della scena si alzano, si abbassano e si spostano, guidando lo sguardo dello spettatore e immergendolo nel cuore della vicenda. Tuttavia, questo continuo movimento, soprattutto nel primo atto, non è stato universalmente apprezzato dal pubblico.
Prossime repliche e nuovi interpreti
Sono previste nove repliche dello spettacolo, dal 18 marzo al 4 aprile. Il 25 e 28 marzo, Elena Stikhina interpreterà Tosca, Fabio Sartori vestirà i panni di Cavaradossi e Amartuvshin Enkhbat sarà Scarpia.
Un successo a metà, tra arte e tecnologia
La riproposizione della Tosca alla Scala ha confermato il fascino intramontabile dell’opera di Puccini, esaltata dalla visione cinematografica di Livermore. Tuttavia, i problemi tecnici che hanno interrotto la rappresentazione sollevano interrogativi sull’affidabilità delle infrastrutture tecnologiche in contesti artistici di tale prestigio. La capacità di un teatro come la Scala di coniugare arte e tecnologia è fondamentale per garantire un’esperienza ottimale al pubblico e per onorare il genio dei compositori.