
Opposizioni in Piazza, Ma Non in Parlamento
Nonostante la presenza (quasi) unanime in Piazza del Popolo a Roma per la manifestazione pro-Europa, le forze di opposizione si presentano divise in Parlamento. Martedì al Senato e mercoledì alla Camera, verranno discusse le risoluzioni sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del cruciale consiglio europeo, che affronterà temi scottanti come la crisi in Ucraina e la difesa comune dell’Unione Europea.
Distanze Incolmabili su Armi e Difesa
Ogni partito di minoranza presenterà un documento distinto. Movimento 5 Stelle (M5s) e Alleanza Verdi-Sinistra (Avs) si schiereranno apertamente contro l’invio di armi. Al contrario, le forze di centro dovrebbero adottare una posizione opposta, favorevole a un maggiore impegno militare. La sfida più ardua spetta al Partito Democratico (PD), che dovrà cercare di conciliare posizioni interne divergenti nella propria risoluzione.
Il PD alla Prova: Tra Divisioni Interne e Ipotesi Congresso
Per Elly Schlein, segretaria del PD, questa è una prova cruciale. Deve decidere come affrontare il confronto interno sulla politica estera, acuito dalle divisioni emerse durante il voto al Parlamento europeo sulla difesa europea. L’atmosfera delle prossime ore sarà determinante per orientare le sue scelte. Sullo sfondo, aleggia l’ipotesi di un congresso straordinario. “Se c’è la volontà, un punto di caduta comune lo troveremo”, ha dichiarato un esponente riformista, sottolineando la difficoltà di trovare un accordo e il rischio di una conta interna.Venerdì si è tenuta una lunga riunione tra i capigruppo di Senato (Francesco Boccia) e Camera (Chiara Braga), i rappresentanti delle commissioni Esteri e Difesa e il responsabile Esteri del partito, Peppe Provenzano, incaricato di mediare in vista di martedì. Un’assemblea congiunta di deputati e senatori del PD è prevista poche ore prima delle comunicazioni di Meloni al Senato, rappresentando un momento cruciale per il partito.
M5s e Avs: No al Riarmo, Sì a Sanità e Welfare
Il M5s ha già preparato la sua risoluzione, chiedendo al governo di opporsi al piano di riarmo europeo e di destinare quei fondi a sanità, sostegno alle imprese, occupazione, istruzione e transizione ecologica. “Il Governo Meloni si è affannato a chiedere a Bruxelles di spendere fino a 35 miliardi in armi fuori dai vincoli europei. Dobbiamo fermarli”, ha scritto Giuseppe Conte sui social media. Sulla stessa linea, Avs presenterà un documento per un’Europa di pace.
Convergenze e Divergenze nella Galassia delle Opposizioni
Nonostante la sintonia sul tema del riarmo, Avs e M5s hanno mostrato posizioni diverse sulla manifestazione per l’Europa. Mentre Nicola Fratoianni (Si) e Angelo Bonelli (Verdi) erano presenti, il M5s ha disertato l’evento. “Ognuno fa le sue valutazioni e noi le rispettiamo”, ha commentato Fratoianni, rivendicando l’importanza di essere presenti per difendere l’idea di un’Europa di pace e welfare. Più tesi i rapporti tra Avs e Azione, con Bonelli che ha criticato Carlo Calenda per i suoi attacchi al direttore de La Stampa. Anche Ivan Scalfarotto (Iv) ha criticato Calenda, sottolineando la difficoltà per le opposizioni di trovare una linea comune.
Ottimismo Cauto
Nonostante le divisioni, Fratoianni si mostra ottimista: “Pd, M5s e Avs, le principali forze dell’opposizione, hanno detto la stessa cosa: no a un piano di riarmo che rincorre la spesa nazionale inefficiente, sbagliata e fuori-centro. Mi pare un passo in avanti. Se c’è qualcuno che deve preoccuparsi delle divisioni in questo momento non siamo noi, ma le forze di governo”. Resta da vedere se questo ottimismo si tradurrà in una reale convergenza politica nelle prossime settimane.
Un’Europa a Due Velocità?
La frammentazione delle posizioni all’interno delle opposizioni italiane riflette una difficoltà più ampia nel definire una visione comune per il futuro dell’Europa. Mentre la necessità di un’azione coordinata a livello europeo su temi come la difesa e la politica estera è evidente, le diverse sensibilità politiche e ideologiche rendono difficile trovare un terreno comune. Il rischio è quello di un’Europa a due velocità, con alcuni paesi più propensi a un’integrazione più stretta e altri più restii a cedere sovranità nazionale. La capacità delle forze politiche italiane di superare le divisioni e di contribuire a una visione condivisa per l’Europa sarà cruciale per il futuro del paese e dell’Unione Europea.