
La denuncia di Montanari: un atto di “fascismo” contro il patrimonio culturale
Tomaso Montanari, noto storico dell’arte, ha espresso con veemenza la sua indignazione in seguito alla mancata riconferma alla presidenza della Fondazione Museo Ginori. In una nota, Montanari ha definito l’accaduto come un “puro atto squadrista di esercizio del potere per il potere”, accusando il governo di agire non per il bene del patrimonio culturale, ma per “togliere” e “distruggere”. Montanari ha sottolineato come la sua presidenza fosse un incarico gratuito, accettato inizialmente sotto l’amministrazione Franceschini e con una promessa di rinnovo da parte di Giuli, poi disattesa. La nomina successiva di un ex assessore di Alemanno a Roma ha sollevato interrogativi sulle reali motivazioni dietro questa decisione.
Accuse dirette al Ministro Giuli e influenze politiche
Montanari punta il dito contro il Ministro Giuli, accusandolo di essere stato “dimezzato, commissariato, paralizzato” in seguito alla rimozione di Francesco Spano. Secondo Montanari, Giuli avrebbe dovuto dimettersi per dignità e amore verso il patrimonio culturale, ma invece ha obbedito a ordini superiori. Montanari afferma che il Ministro avrebbe motivato la sua epurazione con la frase: “Montanari mi attacca in televisione”, aggiungendo che la querela di Lollobrigida contro di lui avrebbe avuto un ruolo chiave nella decisione finale.
Il futuro del Museo Ginori: timori per il patrimonio e il territorio
Montanari esprime profonda preoccupazione per il futuro del Museo Ginori e per il lavoro svolto negli ultimi quattro anni, temendo che tutto possa essere vanificato. Considera questa decisione una “pura punizione” per la Toscana e per Sesto Fiorentino, città fieramente antifascista. Il timore principale è che il museo venga affidato a una persona scelta per fedeltà politica, senza le necessarie competenze professionali in storia dell’arte o nella gestione del patrimonio culturale. Montanari conclude affermando che questa vicenda non riguarda tanto la sua persona, quanto il destino di opere meravigliose, delle persone che ci lavorano e di un territorio che attendeva con ansia la rinascita del suo museo.
Riflessioni sulla tutela del patrimonio culturale e la libertà di espressione
La vicenda solleva importanti interrogativi sul ruolo della politica nella gestione del patrimonio culturale e sulla libertà di espressione. È fondamentale che le decisioni riguardanti i beni culturali siano prese nel rispetto delle competenze e con l’obiettivo di valorizzare e preservare il patrimonio per le future generazioni. L’accusa di Montanari, se confermata, rappresenterebbe un grave precedente e un segnale preoccupante per la cultura italiana.