Un Riccardo III contemporaneo al Teatro Studio Melato

Dal 14 marzo al 6 aprile, il Teatro Studio Melato di Milano ospita la prima nazionale di ‘Storia di un cinghiale’, un’opera teatrale che rivisita il classico shakespeariano Riccardo III attraverso la lente di Gabriel Calderon, regista uruguaiano alla sua prima collaborazione con il Piccolo Teatro. Il monologo, interpretato da Francesco Montanari, promette di immergere il pubblico in un’intensa esplorazione dell’ambizione, del potere e dell’identità.

Gabriel Calderon: una visione inedita del potere

Gabriel Calderon, classe 1982 e cofondatore della compagnia Complot in Uruguay, porta al Piccolo Teatro la sua originale interpretazione del Riccardo III. L’opera narra la storia di un attore teatrale, mai protagonista, che finalmente ottiene il ruolo tanto desiderato. Tuttavia, l’immersione nel personaggio rivela una somiglianza inquietante con il sovrano di York, portando l’attore a confrontarsi con i lati oscuri del potere e dell’ambizione.

Il cinghiale: simbolo di ambizione e brutalità

Calderon spiega il significato del cinghiale come simbolo chiave dell’opera: “Il cinghiale è un simbolo, è un animale che riveste diversi significati nella storia di Riccardo III. Per prima cosa, è presente sullo stemma della famiglia York, la casata del futuro re. Secondariamente è bianco, un’eccezione, esattamente come lo è il cigno nero. Candido ma non meno temibile: incarna l’ambizione del potere, non manifesta particolare intelligenza, né destrezza fisica, non è il padrone della foresta, ma si distingue per la brutalità con cui si scaglia a tutta velocità in una precisa direzione”.

L’eco shakespeariana nel mondo degli artisti

Per il regista, l’opera shakespeariana risuona profondamente nel mondo degli artisti: “Ciò che produce un’eco nei nostri mondi è che tutti noi artisti ci impegniamo allo spasimo per ottenere qualcosa, nello stesso modo in cui Riccardo III si adopera, anima e corpo, per conquistare il trono. È bravissimo ad architettare tutto il piano per trasformare il suo sogno in realtà, ma una volta diventato re è incapace di mantenere il potere. Riccardo III è la grande metafora dei teatranti: siamo eccezionali quando creiamo qualcosa, lo spettacolo, che non durerà. Il teatro per il quale, ogni sera, do tutto me stesso scompare al calare del sipario”.

Riflessioni sull’effimero del teatro e l’eterno fascino del potere

L’opera di Calderon, attraverso la magistrale interpretazione di Montanari, invita a riflettere sulla natura effimera del teatro e, al contempo, sull’eterno fascino esercitato dal potere. La figura del cinghiale, simbolo di ambizione e brutalità, si rivela un potente specchio delle dinamiche umane, sia sul palcoscenico che nella vita reale.

Di euterpe

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