
La nomina a sorpresa di Marco Corsini
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha comunicato l’intenzione di nominare Marco Corsini, sindaco di Rio nell’Elba (Livorno), a presidente della Fondazione museo Ginori di Sesto Fiorentino (Firenze). La comunicazione è avvenuta tramite una lettera inviata alla Regione Toscana e al Comune di Sesto Fiorentino, in quanto soci fondatori del museo. La decisione ha suscitato immediate reazioni negative da parte degli enti locali, che avevano espresso parere favorevole alla riconferma dell’attuale presidente, Tomaso Montanari.
Le reazioni di Regione Toscana e Comune di Sesto Fiorentino
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, hanno espresso pubblicamente la loro “delusione e sconcerto” per la decisione del ministro Giuli. Giani ha criticato il “cambio a sorpresa” e il metodo utilizzato, definendolo anomalo e non corretto. Ha sottolineato l’ottimo lavoro svolto da Montanari nel riportare il museo verso l’apertura e ha chiesto la sospensione di ogni atto e un chiarimento con il ministro. Falchi ha rincarato la dose, affermando che Giuli deve spiegare le motivazioni di questa scelta, altrimenti si configurerebbe come una volontà di occupare ogni spazio nelle istituzioni culturali e di chiudere a chi la pensa diversamente dal governo.
Richiesta di chiarimenti e incontro tra i soci fondatori
Giani ha annunciato che chiederà un incontro tra tutti i soci fondatori del museo Ginori per discutere la situazione e cercare di ritornare a un atteggiamento di ragionevolezza che porti alla conferma di Montanari. La vicenda solleva interrogativi sulla gestione delle nomine nelle istituzioni culturali e sul rapporto tra il governo centrale e gli enti locali in materia di cultura. Il museo Ginori, uno dei più importanti musei italiani dedicati alla ceramica, merita una guida stabile e condivisa, capace di valorizzarne il patrimonio e di proiettarlo nel futuro.
Riflessioni sulla governance culturale
La vicenda del Museo Ginori evidenzia una tensione tra la volontà del governo centrale di imprimere una propria linea culturale e le esigenze di continuità e valorizzazione del territorio espresse dagli enti locali. La nomina di figure di fiducia politica, sebbene legittima, rischia di compromettere la stabilità e l’efficacia di istituzioni culturali che necessitano di competenze specifiche e di una visione condivisa. Auspico un dialogo costruttivo tra tutte le parti coinvolte per trovare una soluzione che metta al centro l’interesse del museo e del suo patrimonio.