
Una protesta infuocata nel cuore di Buenos Aires
Mercoledì pomeriggio, il centro di Buenos Aires è stato teatro di una violenta battaglia campale durante una manifestazione a sostegno dei pensionati e contro i tagli del governo ultraliberista di Javier Milei. Gli scontri hanno causato decine di feriti, tra cui un fotografo in condizioni gravissime, e oltre 150 arresti, secondo un bilancio ancora provvisorio. La situazione era tesa fin dall’inizio, con la presenza annunciata di gruppi ultras a sostegno dei pensionati e gli avvertimenti del governo, determinato a non tollerare disordini e a far rispettare il rigido protocollo anti-proteste. Per garantire l’ordine, sono stati schierati migliaia di agenti delle tre forze di sicurezza: polizia, gendarmeria e prefettura.
Fotografo gravemente ferito: un simbolo della repressione
L’episodio più grave della giornata ha coinvolto il fotografo Pablo Grillo, colpito alla testa da un fumogeno sparato dalla polizia ad altezza d’uomo. Grillo è attualmente ricoverato in condizioni disperate. Le immagini del fotografo che si accascia a terra, colpito mentre cercava di documentare l’azione della polizia, e le successive foto che mostrano la gravità delle sue ferite, con il cranio fratturato, hanno rapidamente fatto il giro dei social media, diventando un simbolo della repressione durante la manifestazione.
Pensionata ferita e violenza diffusa
Tra le vittime della repressione c’è anche una pensionata di 80 anni, caduta a terra dopo aver ricevuto una manganellata e successivamente ricoverata con un trauma cranico. Diversi video sui social media testimoniano l’accaduto, alimentando ulteriormente l’indignazione pubblica. Il ministero della Sicurezza ha riferito di 26 agenti feriti, uno dei quali colpito a un braccio da un proiettile d’arma da fuoco. Al momento, non è stato ancora stilato un bilancio completo dei danni materiali causati dagli scontri.
Il centro di Buenos Aires devastato dagli scontri
Al termine della manifestazione, il centro della capitale argentina presentava i segni evidenti della battaglia: cassonetti in fiamme, una volante distrutta, resti di barricate e migliaia di pietre sparsi sull’asfalto. Gli scontri si sono estesi dalla piazza del Parlamento, dove la protesta era iniziata, fino alla Casa Rosada, nella iconica Plaza de Mayo, dove gli agenti hanno continuato a inseguire i manifestanti.
Riflessioni sulla tensione sociale in Argentina
Gli scontri a Buenos Aires riflettono la crescente tensione sociale in Argentina, esacerbata dalle politiche di austerity del governo Milei. La violenta repressione delle proteste solleva interrogativi sulla gestione dell’ordine pubblico e sul rispetto dei diritti civili. La gravità delle ferite riportate dal fotografo Pablo Grillo evidenzia i rischi a cui sono esposti i giornalisti che documentano le manifestazioni. È fondamentale che le autorità conducano un’indagine approfondita sugli incidenti e garantiscano che tali episodi non si ripetano in futuro.