
Il silenzio di Lacerenza davanti al Gip
Davide Lacerenza, ex compagno di Stefania Nobile, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari (Gip) Alessandra Di Fazio durante l’interrogatorio successivo all’applicazione della misura cautelare dei domiciliari. La decisione, preannunciata dal suo legale, Liborio Cataliotti, segue la stessa linea adottata da Stefania Nobile e Wanna Marchi, anch’esse coinvolte nell’inchiesta sulla Gintoneria.
Un look eccentrico a Palazzo di Giustizia
L’arrivo di Lacerenza a Palazzo di Giustizia non è passato inosservato. L’uomo si è presentato indossando una tuta con una vistosa firma color oro e scarpe da ginnastica bianche, un abbigliamento che ha catturato l’attenzione dei presenti e dei media.
L’inchiesta sulla Gintoneria
L’inchiesta sulla Gintoneria, che ha portato all’applicazione dei domiciliari per Lacerenza, Stefania Nobile e Wanna Marchi, è incentrata su presunte attività illecite legate alla gestione del locale. Al momento, i dettagli specifici delle accuse non sono stati resi pubblici, ma il silenzio degli indagati durante gli interrogatori suggerisce la complessità della situazione.
La strategia difensiva
La decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere è una strategia difensiva comune in questi casi. Permette agli indagati di evitare di auto-incriminarsi e di prendere tempo per valutare attentamente le accuse e preparare una difesa adeguata. Sarà interessante vedere se Lacerenza, Nobile e Marchi cambieranno strategia in futuro e decideranno di collaborare con gli inquirenti.
Un silenzio che alimenta interrogativi
La scelta di Davide Lacerenza di non rispondere, in linea con quella di Stefania Nobile e Wanna Marchi, solleva inevitabilmente interrogativi sull’inchiesta in corso. Se da un lato il diritto al silenzio è una garanzia fondamentale per la difesa, dall’altro alimenta la curiosità pubblica e lascia spazio a speculazioni sulle reali motivazioni dietro questa decisione.