La decisione della Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale ha stabilito che l’articolo 3 della legge della Sardegna del luglio 2024, il quale introduceva un divieto temporaneo di realizzare impianti da fonti energetiche rinnovabili, è illegittimo. Questa decisione arriva nonostante la norma sia stata nel frattempo abrogata dal provvedimento regionale sulle aree idonee. La Consulta ha motivato la sua sentenza sottolineando che l’abrogazione non inficia la rilevanza del giudizio, poiché le disposizioni impugnate hanno avuto applicazione nel periodo intercorso, come evidenziato da un’ordinanza del Consiglio di Stato.
Violazione dei principi nazionali
Nella sentenza depositata, i giudici costituzionali hanno evidenziato che la legge regionale impugnata dal Consiglio dei Ministri “vìola i principi introdotti dall’art. 20 del d.lgs. n. 199 del 2021”. In particolare, la Corte ha rilevato la mancata considerazione del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 (comma 5), la violazione del divieto di introduzione di moratorie (comma 6), e l’omissione dell’avvio di procedure autorizzatorie agevolate per l’installazione di fonti energetiche rinnovabili (FER) nelle aree temporaneamente individuate come idonee (comma 8).
Implicazioni della sentenza
La decisione della Corte Costituzionale pone un freno alle iniziative regionali che, attraverso moratorie o divieti temporanei, rischiano di rallentare la transizione energetica e il raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali ed europei. La sentenza ribadisce l’importanza di un quadro normativo coerente e allineato con le direttive nazionali in materia di energia rinnovabile, sottolineando la necessità di promuovere, anziché ostacolare, lo sviluppo di impianti FER.
Riflessioni sulla sentenza
La pronuncia della Corte Costituzionale evidenzia la complessità del rapporto tra autonomia regionale e obiettivi nazionali in materia di energia. Se da un lato è comprensibile la volontà delle regioni di pianificare lo sviluppo energetico in modo coerente con le specificità territoriali, dall’altro è fondamentale evitare misure che possano compromettere gli impegni assunti a livello nazionale e internazionale per la decarbonizzazione. La sentenza rappresenta un monito a trovare un equilibrio tra le esigenze locali e gli obiettivi globali di sostenibilità.
