
La strategia di Bruxelles: colpire dove fa più male
Bruxelles ha annunciato un piano di contromisure commerciali in risposta alle tariffe imposte dagli Stati Uniti sull’acciaio e l’alluminio europei. L’obiettivo è quello di pareggiare i conti con un approccio chirurgico che colpisce direttamente gli interessi economici e politici di Donald Trump e dei suoi sostenitori. Le misure, che entreranno in vigore in due fasi, mirano a prodotti simbolici e settori chiave dell’economia americana.
Il primo atto: ripristino dei dazi preesistenti
A partire dal primo aprile, l’UE ripristinerà i dazi sui beni americani già in vigore durante la prima amministrazione Trump. Questo pacchetto, composto da 232 misure, colpirà prodotti iconici a stelle e strisce per un valore di 4,5 miliardi di euro. Sebbene inferiore ai 6,4 miliardi di otto anni fa, a causa della Brexit e del calo degli scambi transatlantici, questo primo atto rappresenta un segnale chiaro della determinazione europea.
La controffensiva più pesante: un affondo da 18 miliardi
Il 13 aprile, l’UE lancerà una controffensiva ben più consistente, con dazi su una vasta gamma di prodotti americani per un valore di 18 miliardi di euro. L’elenco include carne, yogurt, derivati del latte, ginger, curry, beni industriali come stufe, forni, congelatori e tosaerba, prodotti da bagno come shampoo e dentifrici, e il legname. Particolarmente colpiti saranno i prodotti agricoli provenienti da stati chiave come Louisiana, Nebraska e Kansas.
Alternative europee e diversificazione delle fonti
Bruxelles punta a sostituire i prodotti americani con alternative interne o provenienti da altri paesi. La soia, ad esempio, può essere importata da Canada e Gran Bretagna, mentre per le Harley Davidson, l’Europa può contare su modelli di due ruote all’altezza prodotti in Germania, Italia e Francia. Questa strategia mira a compensare le perdite causate dai dazi di Trump e a ridurre la dipendenza dal mercato statunitense.
L’impatto sui settori industriali europei
I dazi imposti da Trump sull’acciaio e l’alluminio colpiscono duramente settori chiave dell’industria europea, penalizzando prodotti semilavorati e finiti come tubi in acciaio, fili e fogli di stagno, utensili da cucina, infissi, macchinari, attrezzature da palestra ed elettrodomestici. Bruxelles teme che Washington possa ampliare ulteriormente le tariffe, toccando anche l’agroalimentare europeo, e si prepara a rispondere con fermezza.
Il verdetto finale: la decisione degli Stati membri
La risposta finale di Bruxelles sarà formalizzata solo dopo un confronto con i Paesi membri, che dovranno esprimere il loro verdetto a maggioranza qualificata. Il voto è tutt’altro che scontato, data la diversità degli interessi nazionali in gioco. L’UE dovrà trovare un equilibrio tra la necessità di difendere i propri interessi e il mantenimento di relazioni commerciali stabili con gli Stati Uniti.
Un equilibrio delicato tra difesa e diplomazia
La decisione dell’UE di rispondere alle politiche commerciali di Trump con contromisure mirate è un segnale di fermezza, ma solleva anche interrogativi sulle possibili conseguenze a lungo termine. È fondamentale che Bruxelles mantenga un approccio equilibrato, combinando la difesa dei propri interessi con la ricerca di soluzioni diplomatiche per evitare un’escalation della guerra commerciale.