
L’industria siderurgica europea sull’orlo del baratro
Il presidente di Eurofer, Henrik Adam, ha espresso forte preoccupazione per il futuro dell’industria siderurgica europea, definendo i dazi imposti dagli Stati Uniti come un colpo potenzialmente fatale. Secondo Adam, la politica ‘America First’ dell’ex presidente Trump, ora riproposta, rischia di compromettere non solo il settore dell’acciaio, ma anche l’intera economia europea. La scomparsa dell’industria siderurgica europea avrebbe ripercussioni devastanti su settori strategici come l’automotive, la sicurezza e la difesa, le infrastrutture energetiche e i trasporti.
Un contesto di mercato già compromesso
Eurofer sottolinea che l’imposizione dei dazi aggrava una situazione di mercato già estremamente difficile per l’industria siderurgica europea. Rispetto al 2018, quando i primi dazi di Trump colpirono il settore, la situazione attuale è descritta come “molto peggiore”. Le nuove misure, più estese e senza le esenzioni precedentemente negoziate dall’UE, rischiano di far perdere al continente almeno un altro milione di tonnellate di esportazioni di acciaio verso gli Stati Uniti. Inoltre, l’estensione dei dazi ai prodotti siderurgici derivati riduce ulteriormente le opportunità di esportazione per un altro milione di tonnellate di prodotti UE.
Il problema della sovracapacità e il rischio di deviazione delle importazioni
Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dalla sovracapacità del mercato europeo, già saturo di importazioni di acciaio a basso costo provenienti da Asia, Nord Africa e Medio Oriente. I dazi statunitensi rischiano di inondare ulteriormente il mercato europeo, poiché l’acciaio destinato agli Stati Uniti verrà reindirizzato verso il continente. Si stima che circa 18 milioni di tonnellate di acciaio, precedentemente esportate negli Stati Uniti in regime preferenziale, siano ora a rischio di deviazione verso il mercato europeo.
Allarme per la produzione e l’occupazione in Europa
Eurofer lancia un allarme sulla produzione di acciaio nell’UE, che ha già subito una perdita di 9 milioni di tonnellate di capacità e 18.000 posti di lavoro solo nel 2024. La situazione attuale mette a rischio un numero ancora maggiore di posti di lavoro e di capacità produttiva. L’associazione teme che ulteriori dazi reciproci imposti dagli Stati Uniti possano aggravare ulteriormente la situazione, causando un’ulteriore deviazione di acciaio verso il mercato europeo.
La richiesta di misure di salvaguardia efficaci da parte dell’UE
Di fronte a questa situazione critica, Eurofer chiede a Bruxelles una revisione urgente ed efficace delle misure di salvaguardia dell’acciaio europeo, con l’obiettivo di mitigare l’impatto dei dazi statunitensi. L’associazione sottolinea che i produttori europei devono già affrontare i prezzi dell’energia più alti al mondo e sono penalizzati da importazioni straniere più economiche e ad alta intensità di carbonio. La revisione delle misure di salvaguardia, prevista entro il 1° aprile, deve garantire tutele solide ed efficaci per l’industria siderurgica europea.
Un campanello d’allarme per l’Europa
La situazione descritta da Eurofer rappresenta un campanello d’allarme per l’Europa. La dipendenza da mercati esterni e la concorrenza sleale di paesi con standard ambientali e sociali inferiori mettono a rischio la competitività dell’industria europea e la sua capacità di garantire posti di lavoro e prosperità. È necessario che l’UE adotti misure concrete per proteggere i propri settori strategici, promuovere la produzione sostenibile e garantire condizioni di parità nel commercio internazionale.