
L’inizio del conflitto: l’invasione e la reazione internazionale
Il 24 febbraio 2022, le sirene antiaeree risuonarono a Kiev, segnando l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Vladimir Putin giustificò l’azione come una “operazione speciale” volta a “denazificare” e “smilitarizzare” il paese. La comunità internazionale, con Stati Uniti ed Europa in prima linea, si schierò immediatamente a sostegno del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, condannando l’aggressione e imponendo le prime sanzioni economiche contro Mosca.
Le prime fasi della guerra: avanzate e resistenze
Nei primi giorni del conflitto, le forze russe avanzarono rapidamente verso sud-est, conquistando Kherson il 2 marzo e puntando verso Odessa. Tuttavia, l’avanzata su Kiev, obiettivo principale di Putin, fu bloccata e respinta dalla strenua resistenza ucraina. Questo segnò un punto di svolta iniziale, dimostrando la capacità di difesa del paese e frustrando i piani di una rapida vittoria russa.
Atrocità e crimini di guerra: il caso di Bucha
Il 3 aprile 2022, le forze ucraine scoprirono le prove di atrocità commesse dalle truppe russe a Bucha, tra cui stupri, torture, esecuzioni sommarie e rapimenti di bambini. Queste scoperte scioccanti portarono la Corte Penale Internazionale (CPI) a emettere un mandato di arresto nei confronti di Putin per crimini di guerra, segnando un momento cruciale nella percezione internazionale del conflitto.
Sconfitte russe nel Mar Nero e conquiste territoriali
Il 14 aprile 2022, l’incrociatore Moskva, ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero, fu affondato da un missile ucraino. Questa perdita rappresentò un duro colpo per la Marina russa e un simbolo della capacità ucraina di infliggere danni significativi alle forze nemiche. Nonostante ciò, il 20 maggio 2022, le forze russe riuscirono a conquistare Mariupol, completando il collegamento territoriale con la penisola di Crimea.
L’Ucraina verso l’Europa: status di candidato all’UE
Il 22 giugno 2022, nel pieno dei combattimenti, i leader europei conferirono a Kiev lo status di candidata ufficiale all’ingresso nell’Unione Europea. Questa decisione rappresentò un forte segnale di sostegno politico e un riconoscimento delle aspirazioni europee dell’Ucraina, nonostante la difficile situazione sul campo.
Controffensive ucraine e annessioni russe
Il 29 agosto 2022, l’Ucraina lanciò una controffensiva a sorpresa nel Donbass, riconquistando in ottobre Kherson e altri centri urbani. Tuttavia, il 23 settembre 2022, la Russia annunciò l’annessione di quattro regioni ucraine (Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson) attraverso referendum bollati come illegali dalla comunità internazionale, intensificando ulteriormente il conflitto.
Il secondo anno di guerra: sostegno occidentale e crisi interne russe
Il 20 febbraio 2023, il secondo anno di guerra si aprì con la visita storica del presidente americano Joe Biden a Kiev, che rilanciò il sostegno agli sforzi di difesa ucraini e annunciò nuove sanzioni a Mosca. Il 23 giugno 2023, il leader del gruppo paramilitare russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, tentò un ammutinamento con una marcia su Mosca, scatenando una crisi interna. Prigozhin morì ad agosto in un misterioso incidente aereo.
Stallo del conflitto e nuove dinamiche
Il 1 novembre 2023, il generale ucraino Valery Zaluzhny dichiarò che il conflitto era entrato “in una fase di stallo”. Il 24 aprile 2024, Washington alzò il livello dell’assistenza militare a Kiev con missili a lungo raggio e annunciò un maxi-pacchetto di aiuti da 60 miliardi di dollari. In ottobre 2024, circa 10.000 soldati nordcoreani arrivarono sul fronte del Donbass, frutto di un patto tra Putin e il leader di Pyongyang, Kim Jong Un.
La svolta di Trump e i negoziati di pace
Il 12 febbraio 2025, il neopresidente americano Donald Trump ebbe una “telefonata lunga e molto produttiva” con Putin per avviare i negoziati di pace. Il 14 febbraio 2025, alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Zelensky si disse disponibile al dispiegamento di truppe di peacekeeping. I primi colloqui tra Washington e Mosca si tennero a Riad, mentre i leader europei si incontrarono a Parigi per un vertice d’emergenza, rivelando le prime crepe sull’invio dei peacekeeper sostenuto dal presidente francese Emmanuel Macron.
Divisioni tra gli alleati e il futuro incerto
Il 28 febbraio 2025, lo scontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale lasciò sgomenti gli Alleati occidentali. Nonostante gli sforzi per ricucire i rapporti con Trump e partecipare ai negoziati, le divisioni interne all’UE sull’invio di peacekeeper e sulle garanzie da offrire a Kiev restano un ostacolo. L’annuncio del piano ReArm da oltre 800 miliardi di euro da parte dell’UE evidenzia la volontà di sostenere l’Ucraina, ma il futuro del conflitto rimane incerto, con la proposta statunitense di una tregua di 30 giorni in attesa della risposta di Mosca.
Riflessioni sul conflitto in Ucraina: tra diplomazia e scenari futuri
Tre anni di guerra in Ucraina hanno trasformato il panorama geopolitico globale, evidenziando la resilienza del popolo ucraino e le profonde divisioni all’interno della comunità internazionale. Mentre i negoziati di pace sembrano all’orizzonte, le divergenze tra gli alleati occidentali e l’incertezza sul ruolo futuro degli Stati Uniti sotto la presidenza Trump sollevano interrogativi cruciali sul futuro dell’Ucraina e sulla stabilità dell’Europa. Sarà fondamentale che tutte le parti coinvolte dimostrino un impegno sincero per la diplomazia, al fine di trovare una soluzione pacifica e duratura che rispetti la sovranità ucraina e garantisca la sicurezza regionale.