
epa10538169 Screens display stock market prices in the operations room at the Euronext stock exchange headquarters in the Paris financial district of La Defense, France, 23 March 2023. Euronext is a pan-European market infrastructure, connecting European economies to global capital markets. It operates regulated exchanges in Belgium, France, Ireland, Italy, the Netherlands, Norway and Portugal. EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON
Crollo generalizzato per i titoli auto europei
Le parole di Donald Trump, che ha nuovamente evocato la possibilità di imporre dazi elevati sulle auto importate dal Canada e da altri paesi, hanno scatenato un’ondata di vendite sui titoli del settore automobilistico europeo. L’indice di riferimento del settore ha subito un calo del 2,7%, riflettendo la forte preoccupazione degli investitori per le possibili conseguenze di una nuova escalation protezionistica a livello globale.
Stellantis maglia nera, Ferrari tiene meglio
Tra i titoli più colpiti figura Stellantis, che ha registrato un crollo del 6%. Performance negative anche per Volkswagen (-3,2%), Mercedes (-2,5%), Porsche (-2,8%) e Bmw (-1,9%). Ferrari, pur risentendo del clima di incertezza, ha mostrato una maggiore resilienza, limitando le perdite all’1,6%. Più contenuta la flessione di Renault (-0,4%).
Le ragioni del nervosismo
Il nervosismo degli investitori è legato alla potenziale disruption delle catene di approvvigionamento e alla riduzione della competitività delle case automobilistiche europee sui mercati internazionali. Dazi elevati potrebbero rendere più costose le auto europee negli Stati Uniti e in altri paesi, penalizzando le vendite e i profitti delle aziende del settore. Inoltre, una guerra commerciale potrebbe innescare ritorsioni da parte di altri paesi, con ulteriori conseguenze negative per l’economia globale.
Il precedente dei dazi di Trump
Durante la sua precedente presidenza, Donald Trump aveva già minacciato di imporre dazi sulle auto importate, invocando motivi di sicurezza nazionale. Sebbene tali minacce non si siano concretizzate in misure concrete, hanno comunque generato incertezza e volatilità sui mercati finanziari. Il ritorno di Trump sulla scena politica e la sua retorica protezionistica riportano alla mente tali timori, spingendo gli investitori a ridurre l’esposizione al settore automobilistico europeo.
Un campanello d’allarme per l’Europa
Le reazioni del mercato azionario alle parole di Trump dimostrano quanto sia vulnerabile il settore auto europeo alle politiche commerciali internazionali. L’Europa deve rafforzare la propria competitività e diversificare i propri mercati per ridurre la dipendenza da singoli paesi e affrontare con maggiore resilienza le sfide globali. La transizione verso l’auto elettrica e lo sviluppo di nuove tecnologie rappresentano un’opportunità per rilanciare il settore e renderlo più competitivo nel lungo periodo.