
Un’eredità spirituale contesa: la reincarnazione del Dalai Lama
Il Dalai Lama, figura spirituale di spicco del buddismo tibetano e Premio Nobel per la Pace, ha annunciato che il suo successore si reincarnerà al di fuori della Cina, in quello che definisce il ‘mondo libero’. Questa affermazione, contenuta nel suo nuovo libro, rappresenta una sfida diretta a Pechino, che considera il Dalai Lama un ‘separatista’ e rivendica il diritto di approvare il suo successore.
L’annuncio del Dalai Lama ribadisce la sua posizione di leader spirituale e simbolo del popolo tibetano, che da decenni lotta per preservare la propria cultura e identità sotto il dominio cinese. La questione della reincarnazione del Dalai Lama è da tempo un punto di contesa tra il governo tibetano in esilio e il governo cinese, con entrambi che cercano di influenzare il processo di selezione del prossimo leader spirituale.
La fuga dall’esilio e la lotta per il Tibet
Tenzin Gyatso, l’attuale Dalai Lama, fuggì dal Tibet nel 1959, all’età di 23 anni, in seguito all’annessione manu militari della regione da parte della Cina comunista. Da allora, vive in esilio a Dharamshala, in India, dove ha continuato a guidare il movimento per l’autonomia del Tibet e a promuovere i valori della compassione e della non violenza.
Nel suo libro, il Dalai Lama spiega di aver ricevuto numerose richieste da parte di tibetani, tra cui monaci, anziani ed esuli, che lo esortano a garantire la continuazione della linea di successione dei Dalai Lama. La tradizione tibetana vuole che l’anima di un monaco buddista anziano si reincarni nel corpo di un bambino dopo la sua morte. L’attuale Dalai Lama fu identificato come la reincarnazione del suo predecessore all’età di due anni.
Il ‘mondo libero’ come garanzia di continuità
Il Dalai Lama sottolinea che la reincarnazione del suo successore nel ‘mondo libero’ è essenziale per garantire la continuità della sua missione spirituale e politica. ‘Poiché lo scopo della reincarnazione è quello di continuare il lavoro del predecessore, il nuovo Dalai Lama nascerà nel mondo libero in modo che la missione tradizionale del Dalai Lama, ovvero essere la voce della compassione universale, il leader spirituale del Buddismo tibetano e il simbolo del Tibet che incarna le aspirazioni del popolo tibetano, continui’, scrive il Dalai Lama.
La reazione di Pechino e il futuro del Tibet
La risposta del governo cinese all’annuncio del Dalai Lama non si è fatta attendere. Un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha definito il Dalai Lama un ‘esule politico impegnato in attività separatiste anti-cinesi ammantate di religiosità’. Pechino continua a rivendicare il diritto di approvare il successore del Dalai Lama, in linea con la sua politica di controllo sulle istituzioni religiose tibetane.
La questione della reincarnazione del Dalai Lama rimane quindi un punto di frizione tra il governo tibetano in esilio e il governo cinese, con implicazioni significative per il futuro del Tibet e della sua identità culturale e religiosa.
Un messaggio di speranza e di sfida
L’annuncio del Dalai Lama rappresenta un messaggio di speranza per il popolo tibetano, che da decenni lotta per preservare la propria identità culturale e religiosa sotto il dominio cinese. Allo stesso tempo, è una sfida aperta a Pechino, che cerca di controllare la successione del Dalai Lama per affermare il proprio potere sul Tibet. La questione della reincarnazione del Dalai Lama è destinata a rimanere un punto di contesa tra le due parti, con implicazioni significative per il futuro del Tibet e della sua relazione con la Cina.