
Il mito del genitore amico
L’immagine del genitore che si pone sullo stesso piano del figlio, instaurando un rapporto di amicizia, è diventata sempre più popolare. Molti genitori credono che questo approccio favorisca la confidenza e prevenga l’isolamento dei figli. Tuttavia, secondo Claudia Denti, ideatrice della disciplina Umami, questo modello rischia di compromettere la funzione genitoriale, creando un rapporto meno gerarchico e potenzialmente diseducativo.
I rischi dell’amicizia genitoriale
Umberto Galimberti, noto saggista, sottolinea come l’amicizia tra genitori e figli possa minare l’autorevolezza del genitore, trasformandosi in debolezza e incapacità di porre limiti. La relazione paritaria che caratterizza l’amicizia non si adatta al rapporto genitore-figlio, che necessita di confini chiari per garantire sicurezza emotiva. La Denti evidenzia come la ricerca di amicizia da parte dei genitori possa portare a una condivisione inappropriata di pesi emotivi, con il rischio di ‘parentificazione’, in cui il figlio si sente responsabile del benessere emotivo dell’adulto.
L’importanza dei confini e delle regole
Contrariamente a quanto si possa pensare, i confini chiari e le regole non limitano la libertà dei figli, ma creano una struttura che offre sicurezza psicologica. Studi nel campo della psicologia dello sviluppo dimostrano che i bambini cresciuti senza confini tendono a manifestare maggiore ansia e insicurezza. I limiti, se usati correttamente, amplificano la libertà, permettendo ai bambini di sviluppare autocontrollo e resilienza.
Autorevolezza vs. Autoritarismo
La chiave di lettura non è l’autoritarismo, ma l’autorevolezza come risorsa educativa. I genitori autorevoli creano figli più sicuri e resilienti, capaci di rispettare le regole e di integrarsi in contesti strutturati. L’autorevolezza implica la capacità di dire ‘no’ quando necessario, insegnando ai figli l’autocontrollo e la pazienza. I genitori-amici, al contrario, tendono a evitare i divieti per paura di perdere l’affetto del figlio, compromettendo lo sviluppo dell’autoregolazione emotiva.
Condivisione e divertimento senza confondere i ruoli
Essere genitori autorevoli non significa rinunciare a giocare e condividere esperienze con i propri figli. È possibile partecipare a concerti, condividere interessi e divertirsi insieme, mantenendo però ognuno il proprio ruolo. L’ascolto reciproco, l’empatia e la gentilezza sono pilastri della relazione figlio-genitore, e quest’ultimo è sempre aperto ai consigli del figlio, senza però rinunciare alla propria responsabilità educativa.</p
Coerenza tra parole e azioni
Per crescere figli consapevoli e responsabili, è fondamentale che i genitori siano coerenti tra ciò che dicono e ciò che fanno. I figli osservano e valutano se i genitori mettono in pratica i valori che insegnano. Una genitorialità autorevole, basata su regole chiare, rispetto reciproco e coerenza, pone le basi per relazioni adulte più equilibrate e per una vita sociale più armoniosa.</p
Riflessioni sulla genitorialità moderna
La tendenza a voler essere amici dei propri figli riflette un desiderio di connessione e comprensione, ma è essenziale non compromettere il ruolo di guida e supporto che i genitori devono fornire. Trovare un equilibrio tra affetto, autorevolezza e coerenza è la chiave per una genitorialità efficace e per la crescita di figli sicuri e responsabili.