
La posizione irremovibile della Cina su Taiwan
La Cina ha ribadito con forza la sua posizione su Taiwan, affermando che farà “il massimo sforzo” per realizzare una “riunificazione pacifica” con l’isola. Tuttavia, Pechino ha chiarito che adotterà “ogni misura necessaria” per tutelare la sua integrità territoriale, segnalando una linea rossa invalicabile. La portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, ha sottolineato che la Cina è disposta a impegnarsi nella prospettiva di una riunificazione pacifica con la massima sincerità, riprendendo le dichiarazioni del ministro degli Esteri Wang Yi, secondo cui Taiwan non sarà mai un “Paese” e sostenere la sua “indipendenza” equivale a interferire negli affari interni della Cina.
Allo stesso tempo, Mao ha avvertito che la Cina si opporrà con risolutezza ai piani di indipendenza di Taiwan e alle interferenze esterne, adottando tutte le misure necessarie per salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale. Queste dichiarazioni riflettono la crescente assertività della Cina nella regione e la sua determinazione a non tollerare alcuna minaccia alla sua integrità territoriale.
Avvertimenti agli Stati Uniti e aumento della pressione militare
La Cina ha lanciato un chiaro avvertimento agli Stati Uniti, chiedendo di cessare le vendite di armi a Taiwan e di interrompere tutti i contatti militari con l’isola. Mao Ning ha definito la questione di Taiwan come il nocciolo degli interessi principali della Cina e la prima insormontabile linea rossa nelle relazioni sino-americane.
Negli ultimi anni, Pechino ha aumentato la sua pressione militare contro Taiwan, attraverso esercitazioni militari sempre più su vasta scala e frequenti, mantenendo viva la prospettiva dell’uso della forza per portare l’isola sotto il suo controllo. Queste azioni sono state interpretate come un tentativo di intimidire Taiwan e di scoraggiare qualsiasi mossa verso l’indipendenza.
Washington, d’altra parte, è il principale fornitore di armi di Taipei, anche in assenza di legami diplomatici formali. Questo sostegno militare è visto da Pechino come un’interferenza nei suoi affari interni e un ostacolo alla riunificazione pacifica.
Esercitazioni navali congiunte con Russia e Iran nel Golfo dell’Oman
In un contesto di crescente tensione nello Stretto di Taiwan, la Cina ha rafforzato la sua cooperazione militare con Russia e Iran attraverso manovre navali congiunte denominate ‘Security Belt 2025’. Le esercitazioni sono iniziate domenica, dopo che la flottiglia cinese è giunta nelle acque vicino al porto iraniano di Chabahar, unendosi alle unità dispiegate dagli altri due Paesi. Le operazioni si protrarranno fino a giovedì.
Il ministero della Difesa cinese ha annunciato che le manovre includeranno attività di formazione tra cui l’attacco a bersaglio marittimo, visita, abbordaggio, ricerca e sequestro di nave, controllo dei danni e operazioni congiunte di ricerca e soccorso. L’obiettivo dichiarato è approfondire la fiducia militare dei tre Paesi partecipanti e la cooperazione pragmatica tra le truppe.
‘Security Belt 2025’ è il quinto ciclo di esercitazioni navali congiunte Cina-Russia-Iran dal 2019, diventate di routine. Il luogo scelto è strategico: al largo del porto iraniano di Chabahar nel Golfo dell’Oman, un passaggio cruciale tra lo Stretto di Hormuz e l’Oceano Indiano, rendendolo un percorso strategico cruciale per il trasporto di energia. Secondo il Global Times, l’esercitazione trilaterale “non è rivolta contro alcuna parte” e i tre Paesi “sono forze chiave per la pace e la stabilità nel mondo”.
Implicazioni geopolitiche e prospettive future
Le recenti dichiarazioni della Cina e le esercitazioni militari congiunte con Russia e Iran evidenziano un quadro geopolitico in rapida evoluzione. La determinazione di Pechino a perseguire la riunificazione con Taiwan, anche con la forza se necessario, rappresenta una sfida significativa per gli Stati Uniti e per la stabilità della regione indo-pacifica. Allo stesso tempo, il rafforzamento della cooperazione militare tra Cina, Russia e Iran segnala un tentativo di contrastare l’influenza occidentale e di promuovere un ordine mondiale multipolare. Sarà fondamentale monitorare attentamente gli sviluppi futuri per valutare le implicazioni a lungo termine per la sicurezza globale e per le relazioni internazionali.