
Fine dell’operazione militare: l’annuncio del Ministero della Difesa siriano
Il Ministero della Difesa siriano ha dichiarato la conclusione dell’operazione militare nell’ovest del paese, iniziata giovedì scorso. Secondo quanto riportato dall’agenzia ufficiale Sana, il portavoce del ministero, Hassan Abdel Ghani, ha affermato che le forze governative hanno raggiunto tutti gli obiettivi prefissati. Tuttavia, questa dichiarazione giunge in un contesto di crescente preoccupazione per le violenze e le presunte atrocità commesse nella regione.
Accuse di massacri e pulizia etnica: la reazione internazionale
Parallelamente all’annuncio della fine dell’operazione militare, sono giunte forti condanne da parte della comunità internazionale. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha denunciato gli attacchi contro le minoranze in Siria, inclusi gli alawiti, la comunità di appartenenza dell’ex presidente Bashar Al-Assad. Baghaei ha respinto le accuse di coinvolgimento di Iran e Iraq negli eventi siriani, definendole “un approccio stereotipato e una semplificazione degli sviluppi in Siria”.
L’UNICEF ha espresso profondo allarme per l’ondata di violenza nelle zone costiere siriane, segnalando la morte di almeno 13 bambini, tra cui un neonato di sei mesi. Il direttore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, Edouard Beigbeder, ha esortato tutte le parti a cessare immediatamente le ostilità e a rispettare il diritto internazionale umanitario.
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha dichiarato che l’Italia continua a lavorare per la stabilità della Siria e ha sottolineato l’importanza di un’inchiesta sulle recenti violenze. La Commissione europea ha chiesto che i responsabili dei massacri siano assicurati alla giustizia, mentre il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha esortato l’Europa a condannare il regime siriano e a denunciare gli attacchi contro le minoranze alawite e cristiane.
Il bilancio delle vittime e le denunce dell’Osservatorio siriano per i diritti umani
L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha riportato la morte di 973 civili a partire dal 6 marzo, a causa di “esecuzioni sommarie e pulizia etnica” nella regione alawita. Queste accuse, se confermate, rappresenterebbero una grave violazione dei diritti umani e un ulteriore elemento di destabilizzazione in un paese già martoriato da anni di conflitto.
La posizione del presidente ad interim Al Sharaa
Il presidente ad interim Al Sharaa (Jolani) ha annunciato un’inchiesta sulle recenti violenze e ha promesso che non ci sarà clemenza per chi ha ucciso civili. Tuttavia, la credibilità di questa inchiesta è messa in dubbio dalle accuse di coinvolgimento delle forze di sicurezza in assalti e esecuzioni sommarie.
Un futuro incerto per la Siria
La conclusione dell’operazione militare annunciata dal Ministero della Difesa siriano non sembra segnare la fine delle violenze nel paese. Le accuse di massacri e pulizia etnica, le condanne internazionali e la fragilità della situazione politica interna lasciano presagire un futuro incerto per la Siria. È fondamentale che la comunità internazionale continui a monitorare la situazione, a sostenere un’inchiesta indipendente sui crimini commessi e a lavorare per una soluzione politica che garantisca la protezione di tutte le comunità e il rispetto dei diritti umani.