
La rappresaglia cinese: dazi mirati sull’agricoltura americana
La Cina ha ufficialmente imposto dazi dal 10% al 15% su una serie di prodotti agricoli provenienti dagli Stati Uniti, segnando l’ultima escalation nella crescente guerra commerciale tra le due superpotenze. Questa mossa è una diretta risposta alla decisione degli Stati Uniti di raddoppiare al 20% le tariffe su tutte le importazioni di beni cinesi, una misura motivata dall’incapacità percepita della Cina di arginare il flusso di fentanyl, la droga sintetica che sta causando un’epidemia di overdose negli Stati Uniti.
Nel mirino della Repubblica Popolare Cinese sono finiti prodotti chiave come soia, sorgo, carne di maiale e manzo, prodotti ittici, frutta, verdura e prodotti lattiero-caseari, tutti colpiti da un dazio del 10%. Altri prodotti, tra cui pollame, grano, cotone e mais, sono stati soggetti a un’aliquota del 15%. È importante notare che le tariffe non si applicheranno alle merci spedite prima del 10 marzo, a condizione che arrivino in Cina entro il 12 aprile.
Un colpo mirato alla base elettorale di Trump
Secondo gli analisti, la ritorsione cinese è strategicamente progettata per colpire la base elettorale del presidente americano Donald Trump. Le aree rurali e agricole degli Stati Uniti, che tradizionalmente sostengono il partito repubblicano, sono particolarmente vulnerabili a queste tariffe. Tuttavia, la Cina sembra aver calibrato la sua risposta in modo da non precludere la possibilità di futuri negoziati e accordi commerciali.
La Cina ha imparato dalla guerra commerciale durante il primo mandato di Trump che una risposta proporzionale ai dazi statunitensi potrebbe essere controproducente, data la disparità nel volume delle esportazioni tra i due paesi. Le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti sono significativamente più elevate delle importazioni statunitensi dalla Cina, il che significa che una guerra commerciale su vasta scala danneggerebbe maggiormente l’economia cinese.
Le sfide economiche interne della Cina
Oltre alle tensioni commerciali con gli Stati Uniti, i leader cinesi stanno affrontando una serie di sfide economiche interne. La deflazione, la debolezza dei consumi e la crisi del mercato immobiliare stanno mettendo a dura prova l’economia cinese. In questo contesto, le esportazioni, che nel 2024 hanno raggiunto livelli record, potrebbero non essere in grado di fornire lo stesso sostegno economico quest’anno.
La guerra commerciale con gli Stati Uniti rischia di esacerbare ulteriormente queste difficoltà, mettendo a repentaglio la stabilità economica che il governo cinese sta cercando di mantenere.
Possibile incontro tra Trump e Xi Jinping ad aprile
Nonostante l’escalation della guerra commerciale, ci sono segnali che indicano la possibilità di un incontro tra il presidente americano Donald Trump e il suo omologo cinese Xi Jinping già ad aprile. Secondo il South China Morning Post, Trump avrebbe espresso il desiderio che Xi visiti la sua residenza a Mar-a-Lago, in Florida, come avvenuto durante il suo primo mandato.
La Cina, d’altra parte, preferirebbe un contesto più formale, come un incontro a Pechino o a Washington. Entrambi i presidenti sembrano desiderosi di organizzare una visita reciproca, che potrebbe essere presentata come un trionfo diplomatico. Tuttavia, le discussioni preliminari si sarebbero concentrate principalmente su una possibile visita di Trump in Cina.
Resta da vedere se e quando questo incontro avrà luogo, ma la possibilità stessa suggerisce che entrambe le parti sono consapevoli dei rischi di una guerra commerciale senza fine e sono disposte a esplorare possibili soluzioni.
Un equilibrio delicato tra confronto e cooperazione
La rinnovata escalation nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina evidenzia la complessità delle relazioni tra le due superpotenze. Mentre la competizione economica e le divergenze politiche sembrano inasprirsi, la possibilità di un incontro tra Trump e Xi Jinping suggerisce che entrambe le parti riconoscono l’importanza di mantenere aperti i canali di comunicazione. Trovare un equilibrio tra la difesa dei propri interessi e la necessità di cooperare su questioni globali rimane una sfida cruciale per il futuro delle relazioni USA-Cina.