
Il grido di dolore del padre di Alex Marangon
“Ti stanno uccidendo una seconda volta, noi condannati ad un ergastolo di dolore che ci sta consumando dentro e portando via le poche energie e forze rimaste, sempre più soli ed abbandonati da tutti e tutto. Mentre chi ti ha fatto questo continua ad esser protetto e libero di fare i suoi sporchi comodi”. Con queste parole cariche di disperazione, Luca Marangon, padre di Alex, ha affidato il suo sfogo alla pagina Facebook “Verità e giustizia per Alex Marangon”, un grido di dolore che risuona nel silenzio assordante che avvolge la vicenda.
Un ricordo straziante
Luca Marangon ricorda il figlio con parole commoventi: “così buono, generoso ed altruista che eri, avevi un sorriso, una bella parola per tutti, sempre pronto ad aiutare chi era in difficoltà anche se lo avevi appena conosciuto, ed ecco cosa hai in cambio, un muro di omertà da chi credevi amico, un muro di menefreghismo da tutte le istituzioni”. Un ritratto di un giovane solare e altruista, spezzato troppo presto e lasciato solo di fronte a un destino crudele.
Il peso dell’omertà e l’assenza di giustizia
Il post del padre di Alex è un atto di accusa verso un sistema che sembra non voler fare luce sulla verità. Il “muro di omertà” denunciato da Luca Marangon getta un’ombra inquietante sulle circostanze della morte del figlio, alimentando il sospetto che qualcuno stia proteggendo i responsabili. L’assenza di risposte e la mancanza di giustizia acuiscono il dolore di una famiglia già profondamente provata dalla perdita.
La speranza in una giustizia divina
Di fronte a un sistema giudiziario che sembra sordo alle richieste di verità, Luca Marangon si affida alla speranza di una giustizia divina: “Spero esista almeno una giustizia divina. Riposa in pace dolce angelo”, conclude il suo messaggio. Parole che esprimono la profonda disillusione di un padre che si sente abbandonato dalle istituzioni e che ripone le sue ultime speranze in una forza superiore.
Un appello alla verità e alla responsabilità
La vicenda di Alex Marangon solleva interrogativi inquietanti sulla nostra società e sulla sua capacità di garantire giustizia e verità. Il dolore di un padre che denuncia l’omertà e l’abbandono non può essere ignorato. È necessario che le istituzioni competenti facciano luce su questa vicenda, accertando le responsabilità e garantendo che la memoria di Alex non venga offuscata dall’indifferenza e dal silenzio.