
Il Quadro Nazionale e Regionale: Una Minoranza Significativa
Secondo gli ultimi dati del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, aggiornati al 28 febbraio 2025, in Italia si contano 2.729 donne detenute su un totale di 62.165 reclusi. Tra queste, 14 sono madri che vivono in carcere con i loro 14 figli. Questo numero, seppur esiguo rispetto alla popolazione carceraria maschile, le rende una “minoranza invisibile” all’interno del sistema penitenziario, con il rischio concreto di vedersi negati diritti fondamentali e di non avere accesso a percorsi di reinserimento sociale efficaci.
In Umbria, la situazione riflette il trend nazionale: 60 donne detenute su un totale di 1.593 reclusi, rappresentando il 3,77% della popolazione carceraria regionale. Un dato che conferma come la presenza femminile nelle carceri italiane si mantenga costantemente al di sotto del 5%.
L’Evento a Perugia: Un Focus sulla Condizione Femminile in Carcere
In occasione dell’8 marzo, la città di Perugia è stata teatro dell’evento “Il carcere al femminile”, organizzato dal Consiglio Nazionale Forense (CNF) e dalla sua Fondazione dell’Avvocatura Italiana (FAI) in collaborazione con il quotidiano Il Dubbio. L’incontro, tenutosi presso la Sala dei Notari del Palazzo dei Priori, ha avuto come obiettivo principale quello di “portare alla luce la specificità della condizione femminile in carcere”, una realtà ancora troppo spesso ignorata dal dibattito pubblico e dalle politiche penitenziarie.
All’evento hanno partecipato numerosi rappresentanti del mondo forense, accademico e politico, tra cui la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, il vice presidente del CNF, Francesco Napoli, il presidente dell’ordine degli avvocati di Perugia, Carlo Orlando, il vicepresidente della FAI, Vittorio Minervini, la presidente dell’associazione ‘Nessuno tocchi Caino’, Rita Bernardini, e la senatrice Susanna Donatella Campione (FdI).
Le Sfide Specifiche delle Donne Detenute
La condizione delle donne in carcere presenta delle specificità che la differenziano notevolmente da quella maschile. Oltre alle problematiche comuni a tutti i detenuti, come il sovraffollamento, la carenza di personale e le difficoltà di accesso ai servizi sanitari e di reinserimento sociale, le donne detenute devono affrontare ulteriori sfide legate alla loro identità di genere.
Tra queste, si possono citare la maggiore incidenza di problemi di salute mentale, spesso legati a traumi pregressi di violenza e abuso, la difficoltà di mantenere i legami familiari, soprattutto in caso di madri con figli minori, e la scarsa offerta di programmi di formazione e lavoro specificamente pensati per le donne.
Inoltre, è importante sottolineare come le donne detenute siano spesso vittime di stereotipi e pregiudizi che ne ostacolano il percorso di reinserimento sociale, rendendo ancora più difficile la loro reintegrazione nella società una volta scontata la pena.
Proposte e Soluzioni per un Sistema Penitenziario più Equo e Inclusivo
Per affrontare le sfide specifiche delle donne detenute, è necessario un approccio integrato e multidisciplinare che tenga conto delle loro esigenze e vulnerabilità. In particolare, è fondamentale:
- Garantire l’accesso a servizi sanitari e di supporto psicologico adeguati, con particolare attenzione alla salute mentale e alla prevenzione del rischio di suicidio.
- Promuovere il mantenimento dei legami familiari, attraverso l’organizzazione di colloqui più frequenti e la creazione di spazi dedicati all’incontro tra madri e figli.
- Offrire programmi di formazione e lavoro che tengano conto delle competenze e degli interessi delle donne, favorendo l’acquisizione di nuove professionalità e l’inserimento nel mondo del lavoro una volta scontata la pena.
- Sensibilizzare l’opinione pubblica e contrastare gli stereotipi e i pregiudizi nei confronti delle donne detenute, promuovendo una cultura dell’inclusione e del rispetto dei diritti umani.
Solo attraverso un impegno concreto e coordinato da parte di tutte le istituzioni e gli attori coinvolti sarà possibile garantire alle donne detenute un sistema penitenziario più equo, inclusivo e rispettoso della loro dignità umana.
Riflessioni sulla Necessità di un Cambiamento Sistemico
L’evento di Perugia ha acceso i riflettori su una realtà spesso dimenticata, evidenziando la necessità di un cambiamento sistemico nel modo in cui il sistema penitenziario affronta la condizione femminile. È cruciale che le istituzioni, la società civile e il mondo forense collaborino per garantire che i diritti delle donne detenute siano rispettati e che vengano offerti percorsi di reinserimento efficaci, promuovendo una società più giusta e inclusiva.