
Il ritrovamento eccezionale a Como
Nel settembre del 2018, durante lavori di ristrutturazione nel cuore storico di Como, la società ‘Officine Immobiliari’, con sede nel comasco, si imbatté in una scoperta straordinaria: un tesoro composto da mille monete d’oro risalenti all’epoca romana. Il ritrovamento, di eccezionale valore archeologico, suscitò immediatamente grande interesse sia a livello nazionale che internazionale.
La disputa sul valore e il premio
A seguito del ritrovamento, si è aperta una complessa vertenza legale riguardante la corresponsione del premio previsto dalla legge per chi rinviene beni di rilevante valore archeologico. La legge stabilisce che il premio non possa superare il 25% del valore del ritrovamento. Tuttavia, la quantificazione di tale valore è stata oggetto di discordia tra ‘Officine Immobiliari’ e il Ministero della Cultura.
I consulenti numismatici della società comasca hanno stimato il valore del tesoretto tra i 9 e gli 11 milioni di euro, basandosi sul potenziale valore di mercato delle monete a livello internazionale. Il Ministero della Cultura, d’altro canto, ha ridimensionato tale stima a circa 4 milioni e 901mila euro, motivando tale valutazione con il fatto che, per legge, le monete non possono essere esportate, limitandone il valore commerciale.
La decisione del Tribunale di Milano
Dopo una lunga battaglia legale, il Tribunale di Milano ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti del Ministero della Cultura, intimandogli di pagare immediatamente a ‘Officine Immobiliari’ la somma di 295.233 euro. Questa cifra si aggiunge ai 73mila euro già liquidati in precedenza dal Ministero, portando il totale a 368.233 euro. Tuttavia, la somma è ancora lontana dal premio che la società ritiene di meritare, basandosi sulla propria stima del valore del tesoretto.
Investimenti per il recupero e la ricerca
‘Officine Immobiliari’ ha investito circa 400mila euro nelle operazioni di recupero del tesoro. Questa somma è stata utilizzata per consentire la prosecuzione degli scavi, permettere alla Soprintendenza di eseguire le lavorazioni necessarie e finanziare i successivi studi numismatici. L’impegno finanziario della società dimostra la sua volontà di collaborare con le autorità competenti per valorizzare e studiare adeguatamente il ritrovamento.
Un equilibrio tra tutela del patrimonio e riconoscimento del merito
La vicenda del tesoretto di Como solleva importanti questioni sull’equilibrio tra la tutela del patrimonio archeologico e il giusto riconoscimento a chi contribuisce alla sua scoperta e valorizzazione. La legge prevede un premio per incentivare la segnalazione di ritrovamenti, ma la sua applicazione pratica si rivela spesso complessa e controversa. È fondamentale che le istituzioni trovino un modo equo e trasparente per valutare il valore dei beni archeologici e corrispondere i premi, al fine di promuovere la collaborazione tra privati e Stato nella tutela del nostro patrimonio culturale.